Per te... Se vuoi.....
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Ascolta figlia…

“ASCOLTA”: è la prima parola della Regola di san Benedetto, nel Prologo.
Il primo invito di san Benedetto, non solo ai suoi monaci, ma a chiunque legge la Regola.
Ascolta.
“La spiritualità benedettina consiste nell’ascoltare, in una cultura che guarda, ma molto di rado ascolta” [1].
Ascoltare è un’arte, è la sapienza della vita.
Ascoltare chi? Che cosa?
Ascoltare Dio, il Padre nostro e Padre mio.
Ascoltare Colui che mi parla. Essere disponibile alla Sua voce.
Niente di più semplice che ascoltare… ma niente di più difficile.
Oggi è molto difficile ascoltare. Ma ne vale la pena!
Dentro di noi c’è un mondo, c’è una ricchezza… lo sai?!
Trovare il tempo per fermarsi, ed ascoltare, ascoltarsi. E liberare il campo a Dio che ci parla.
- Ascoltare Dio. La Sua Parola per me, oggi. Ascoltare il Vangelo. Ascoltare Gesù. Ora, qui. Presente, dentro di me.
- Ascoltare Dio negli altri. Nel mio prossimo, immagine di Dio (RB 53).
- Ascoltarsi, gli uni gli altri.
- Ascoltare il mondo che mi circonda. Il mondo amato. La preghiera è orecchio teso sul mondo. Il mondo che va, che soffre, che geme, che cambia, il mondo che desidera l’oltre…
- Ascoltare il mio cuore: chi sono davvero?
- Cosa vivo, cosa provo davvero dentro, cosa provo? Dove sta la mia vera felicità?
- Ascoltare la vita, gli eventi, tutto ciò che accade. Le cose belle, le cose brutte, interpretarle con il Cuore, lo sguardo, l’orecchio di Dio. Ascoltare tutta la vita. Imparare dalla vita.
Evitare la superficialità, la fretta, la frenesia, ma anche la troppa sicurezza.
Fermarsi, per andare in profondità, dentro, scoprire cosa c’è più a fondo.
Non basta leggere dal di fuori, bisogna leggere dentro, con amore. Ascoltare, per camminare. Per crescere. Per imparare sempre. Per divenire.
“L’ascolto ha a che fare con l’essere disposti a cambiare sè stessi e il proprio mondo” [2].
“L’ascolto poggia sul rispetto e porta alla conversione” [3].
San Benedetto ci invita ad ascoltare, da figli, il Maestro che ci parla, che ci chiama, che ci invita. Questo Maestro ci è Padre. Mi è Padre e mi ama.
A te, giovane donna…
Se sei una giovane donna in ricerca
del senso profondo del tuo vivere
del fine a cui tendere e anelare
e decidi di dare tempo all’ascolto del tuo cuore,
di rimettere in ordine il tuo cammino
davanti a Dio…
il Monastero può aiutarti.
Puoi fermarti alcuni giorni come ospite nella nostra foresteria monastica

Se vuoi…
Chiama 0323 / 59164
[1] Joan Chittister, osb Fermati e ascolta il tuo cuore. Vivere oggi la Regola di san Benedetto, Effatà Editrice, Cantalupa (Torino) 1999, p. 23.
[2] Joan Chittister, osb Fermati e ascolta il tuo cuore. Vivere oggi la Regola di san Benedetto, Effatà Editrice, Cantalupa (Torino) 1999, p. 27.
[3] Ibidem.
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La monaca Benedettina è prima di tutto una figlia di Dio, ed è, per la Professione monastica, Sposa di Cristo.
Il principale contrassegno della monaca è desiderare Gesù Cristo, amare Gesù Cristo, volere Gesù Cristo. L’amore di Cristo ci muove, ci spinge, ci possiede.
La via per eccellenza per la figlia di san Benedetto è l’obbedienza: come un appello intimo, il desiderio profondo che ci muove, per uscire dal proprio io che ci ricatta, con le sue voglie e a volte i suoi capricci, e voler aderire al Volere di Cristo.
La Madre, le Sorelle, le circostanze, gli eventi, tutto in monastero ci indica la via maestra, che è Cristo Gesù e la Sua volontà. Se la si desidera davvero, se ci si nutre e alimenta di fede, di una fede sempre più pura, allora, anche se pare paradossale e anacronistico, allora si desidera obbedire. E si scopre per esperienza che questa via, dell’obbedienza, è il bene grande, è la vera libertà della persona.
Spesso si crede che obbedire sia… un non valore, una spersonalizzazione, un lasciarsi passivamente omologare. Ma non si viene in monastero, e non si resta in monastero, per essere… meno umani!
Chi desidera veramente l’obbedienza?!
Chi, di fronte a tante vie di auto-determinazione, vuole consegnarsi totalmente al Signore, essere consegnata a Lui, senza ritorni, e diventare libera in Lui.
Ma chi ha dentro, per puro dono, per chiamata insopprimibile, nel profondo del cuore, questo anelito grande?!
Forse non lo sa… ma questa è l’aspirante alla vita Benedettina. Lo sa il suo cuore, appunto, nell’intimo.
Chi non vuole darsi da sola il cammino, ma desidera fidarsi: di Dio, del Suo Volere, di coloro che ci rappresentano il Cristo, pur con i loro limiti umani, ma ci indicano la Via, la Verità, la Vita… che non siamo noi!
Non siamo noi la verità. È Cristo la Vita, la Verità, la strada che ci compie.
Chi ci porta a compimento è solo Gesù Cristo.
Se vogliamo Lui, allora comprendiamo… e sentiamo il fascino della vita Benedettina, in obbedienza, quale via d’amore incondizionato: porta aperta alla profonda Libertà dell’essere.

Obbedire è amare!
È lasciarsi amare: da Dio, dalle Sorelle, dalla Comunità… così come sei!
È lasciarsi fare, perché Lui ci trasformi, e ci faccia sempre più Sue, insieme.
Non come io voglio, ma come Tu vuoi, Gesù!
In questa Comunità, con i suoi colori, con la sua vita, che è la Tua, Signore!
Ci sto?! Ci stai?!

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C'è qualcuno che desidera la Vita?

La vita monastica richiede un cammino sincero, una ricerca di Dio desiderato come il Tutto che ci basta: è un cammino di verità e di spoliazione, di luce che evidenzia le mie ombre, accolte da Dio, che mi porta, mi solleva, mi illumina...
La consegna vera di sé apre la via a un cammino di conversione e insieme di libertà, che fa rinascere la donna nuova, che consegna la sua povertà all'amore misericordioso e potente di Cristo.
S. Gregorio di Nazianzo dice che "ciò che non è assunto non è salvato": così è nella vita cristiana, così è nella vita monastica. Sei chiamata a ritrovarti, in Cristo, senza paura di riconoscerti, di guardarti per quel che sei, ma grazie a Gesù Cristo!
Non è tanto e solo uno sforzo tuo. Si tratta di consegnarti totalmente a Lui, il Salvatore. Lui ti assume, Lui ti salva. Lui ti dà la grazia.
E lo fa dentro il cammino monastico, dentro la Comunità che ti riceve, ti accompagna e quotidianamente chiede la tua cooperazione al progetto del Signore sulla tua vita: vita comune e dimensione personale, così, non sono due sentieri paralleli, che si rispettano a distanza, ma pienezza di una vita chiamata ad unità. Dove lo stile comunitario aiuta l'unicità di ciascuna a ritrovarsi, a definirsi, in Cristo, e insieme!

Per far fiorire la vita!




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