La vocazione di una
Benedettina del SS. Sacramento
Clicca l'immagine per leggere i 5 punti che definiscono la vocazione di una Bendetttina del SS. Sacramento, prese dalle nostre Costituzioni.
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Certamente ci devono essere delle “spie accese” nel tuo cuore, per orientarti verso una forma di
Vita come questa. La realtà di un Monastero benedettino parla subito di essenzialità, di semplicità, di regolarità.
Oltre alla Regola di San Benedetto, oltre alla vivacità della preghiera liturgica che scandisce le Ore canoniche, e ci raccoglie costantemente in Coro, per noi l’ adorazione eucaristica è al centro:
L’adorazione eucaristica dal 1906 ad oggi nel nostro Monastero è continua. Un vero “miracolo”, un segno dell’Amore di
Dio, che non si sia mai interrotta un istante, nemmeno nei tempi duri delle due guerre mondiali. Perché non solo l’adorazione per noi è come il respiro, ma, ne siamo certe, è proprio qui, ai piedi del tabernacolo, che si “giocano” le vere sorti del mondo!
Per questo sempre, di giorno e di notte, una Sorella rimane ai piedi di Gesù, e adora e intercede per la Vita del mondo, e presenta i fratelli, con le loro gioie e i loro dolori a Gesù Salvatore.
Come ha desiderato la nostra Madre Fondatrice, Mectilde de Bar (1614 – 1698), rimanere ai piedi di Gesù presente e vivo nel Santissimo Sacramento, non significa semplicemente farGli compagnia o consolarLo.
Vuole dire molto di più:
Una missione troppo alta?!
Ma non impossibile, se Dio la vuole, se la Sua grazia la desidera in te, e se tu vuoi essere docile ad assecondarla.
Il nostro adorare incessantemente il Signore nella Santissima Eucaristia significa non solo dare lode e gloria alla Sua grandezza e divina, ma inchinarsi profondamente di fronte all’umiltà di Dio che si nasconde e vela sotto le specie del Pane eucaristico. Significa aprirsi allo stupore per l’umiltà e la povertà di Dio, il Santo dei Santi, il Signore della storia, così annientato nell’Ostia.
Ecco perché adorazione ed umiltà nella vita monastica vanno insieme: perché questa ‘forma’ dell’umiltà è quella di Dio nel Santissimo Sacramento. Questa povertà Dio ha scelto, in Gesù Cristo, per venire a noi e per restare con noi: e noi, noi siamo così “ricchi” di noi stessi, da non poter condividere il tesoro della Sua povertà?! Solo di qui ci viene la VITA:
Questo è il mistero che adoriamo: Dio annientato nell’Ostia divina!
Questa è la Vita che desideriamo: incorporarci a poco a poco a questo mistero dell’Eucaristia, per divenire, in Gesù, ogni giorno più essenziali, più libere da noi stesse, più obbedienti e docili al divino progetto. Passare da una vita “mia”, centrata su di me, sulla mia realizzazione, sui miei progetti, a un’esistenza dove Dio prende tutto di me, nella consegna della mia persona alla comunità. E concorrere, così, al bene dell’umanità e alla salvezza del mondo, in una vita nascosta e gratuita, essenziale e povera, fraterna e libera, e tanto efficace per le anime.
La “colonna”sempre accesa, che, in mezzo al Coro monastico, traduce simbolicamente il nostro rimanere giorno e notte con Cristo, per Cristo e in Cristo,vuole significare la gioia del nostro ardere e donarci in Lui, come una candela, che brucia e si consuma, nella gratuità dell’amore.
In questo nascondimento della clausura, in questa adesione sempre più anelante al Signore umile nell’Ostia, la fecondità spirituale della nostra vita si compie, come Dio sa, in un continuo miracolo di donazione, impossibile e impensabile umanamente, ma tanto prezioso e fecondo nel cuore della storia, e in quello di Dio.
Certamente appare follia, questo.
Ma qui sta la forza della nostra gioia, in una vita totalmente spesa per Lui.
“Ed Egli riceve più gloria da un’anima in cui
Egli vive di questa vita, che da regni interi …”
Madre Mectilde de Bar
In questo desiderio, lungo tutta la vita, di dare gloria al Signore nell’umiltà, ci aiuta la Vergine Maria, che in questo Monastero, come in tutte le Case del nostro Istituto, è l’Abbadessa.
Così ha esplicitamente desiderato, con un vero e proprio voto, la nostra Madre Fondatrice: che Maria Santissima sia la vera Madre ed Abbadessa dei nostri monasteri, e quindi la difesa e protezione dell’Istituto.
Così il legame con la Madre celeste per noi è quotidiano, concreto, vivo. Lei presiede nel Coro monastico, e in ogni luogo della Casa, perché lei ci conduce, e la Madre Priora si lascia da Lei guidare e condurre in ogni scelta, ogni giorno, perché la Comunità sia sempre veramente oltre che di Gesù, di Maria.
Nel lavoro umile e nascosto la monaca si dona con Gesù. Assieme alla preghiera liturgica e all’adorazione, nella nostra vita monastica occupa un posto centrale il lavoro svolto in obbedienza e nella gioia del servirsi e aiutarsi vicendevolmente, da vere Sorelle, per il bene comune.
Si lavora nel silenzio e insieme, da sorelle ci si sostiene, uscendo così dai propri schemi e prospettive individuali, per donarsi alle altre, e, unite, all’altro. In un vivere e lavorare insieme non sempre facile e scontato, ma che è chiamato, nell’amore di Cristo, a trasformarsi ogni giorno di più in carità sincera e in comunione, per il bene di tutte e di ciascuna.
Nella gioia dell’obbedienza
per tanti fratelli e sorelle che, anche senza saperlo,
chiedono aiuto e speranza
Vuoi collaborare alla salvezza del mondo?!
Vieni e vedi!
Se vuoi comprendere meglio
COSA DEVI FARE ….
Prenditi un tempo
per confrontarti,
meditare,
riflettere
e pregare …
Bussa … Ti aspetta Gesù!
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