Esposizione del SS. Sacramento

Canto: Davanti al Re
Davanti al Re c’inchiniamo insieme
per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo insieme
canti di gloria al nostro Re dei Re

PREGHIERA INIZIALE
(Insieme)
Signore Gesù, pane vivo disceso dal cielo,
nell’Eucaristia hai voluto consegnarci
il memoriale glorioso della tua pasqua
e il banchetto della vita futura.
Alla tua obbedienza d’amore sino alla morte
che si perpetua per noi nell’Eucaristia,
uniamo il sacrificio spirituale della nostra obbedienza,
specialmente quando ci domanda
un più grande distacco.
Accetta il dono della nostra vita che siamo felici di offrirti
fino al sacrificio totale di noi stessi,
a lode e gloria della tua grazia.
Riuniti in adorazione davanti a te
come discepoli ai piedi del Maestro,
donaci di sperimentare nello Spirito
la tua luminosa presenza di Risorto,
che provoca la nostra sequela cristiana
e ci sostiene nella missione che ci hai affidato.
Fa’ che impariamo da te a renderci pane spezzato


Guida: Padre Santo, Dio di grazia e di amore, concedi a noi che facciamo memoria dei tuoi prodigi, di essere ricolmi dei tuoi doni.
Tutti: AMEN

Guida: Cristo Signore, che ci nutri con fiore di frumento, dona salvezza e pace alla tua Chiesa.
Tutti: AMEN

Guida: Spirito Santo, che mediante l’Eucaristia realizzi il rafforzamento dell’uomo interiore, insegnaci a scoprire il senso divino della vita umana.
Tutti: AMEN

Guida: Fa’, o Padre, che la tua Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, esprima e confermi se stessa, mediante l’Eucaristia. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: AMEN



I. EUCARISTIA E RICERCA DI DIO


Dal vangelo secondo Giovanni (15,4-5)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla».

Per la riflessione personale
Lo sguardo di adorazione che ci attira verso la persona di Cristo è sempre una risposta allo sguardo di amore di Dio su di noi. Questa risposta richiede da parte nostra:
- un’adesione totale, che impegna tutta la nostra vita, mettendo in evidenza che adorazione e vita sono legate;
- poi una viva coscienza che lo sguardo di Dio su di noi ci precede.
E’ l’adesione di tutto il nostro essere, con tutta la nostra buona volontà. La buona volontà implica, secondo l’espressione stessa, il mettere in gioco la volontà. E poiché questa volontà è buona, ciò significa che essa interviene nel desiderio di fare bene, di far piacere, di piacere a Dio, o anche di cercarlo, se non l’abbiamo ancora trovato. Questo desiderio è fatto di amore.              Volontà e amore si ricongiungono, svolgono insieme la loro funzione. C’è una volontà di amore. La volontà buona è una volontà di amore in cui il volere e l’amare vanno di pari passo.
Nella vita spirituale è importante che volontà ed amore vadano insieme. Se il volere e l’amare sono dissociati, finiscono presto in atteggiamenti estremi, esagerati. Mentre, insieme, si equilibrano incessantemente. E’ questo l’atteggiamento fondamentale dell’uomo che cerca Dio e che, in questo desiderio di incontro, vuole posare il suo sguardo su di lui, per meglio conoscerlo e amarlo. E’ necessaria la sua volontà, buona. Essa provoca allora l’adesione di tutto il proprio essere, facendo dello sguardo di adorazione posato su Gesù un autentico impegno di vita. Adorazione e vita non possono essere dissociate, altrimenti sarebbe solo finzione.
L’adorazione è impegno a vivere sotto lo sguardo di Dio, in ogni istante della nostra vita. Inversamente, non si possono dissociare gli impegni della nostra vita quotidiana all’adorazione dovuta a Dio, perché siamo figli suoi.
Senza questo, la nostra vita perde tutto il suo significato. Si comprende allora come la vita di adorazione sia l’impegno più notevole e plenario che esista. Poiché essa significa l’attaccamento a Cristo, attinto nell’adorazione e vissuto concretamente nelle nostre realtà e azioni quotidiane.

[MARIE-BENOITE ANGOT, La vita di adorazione, Elledici Torino 2002, pagg. 25-26]

Acclamazioni
Rit.: OH ADORAMUS TE, DOMINE! (2 volte)
1° Lett.: Nutrirsi è indispensabile alla vita e mangiare insieme è segno di familiarità. Ora, nell’Eucaristia, il Signore Gesù non solo ci fa suoi commensali, ma dona a noi se stesso in cibo spirituale, perché viviamo in lui. Rit.
2° Lett.: Inseriti in Cristo, mediante il Battesimo, come tralci dell’unica vite, ci riconosciamo figli dello stesso Padre attorno alla mensa eucaristica. Rit.
1° Lett. L’unità del Corpo non dice tuttavia uniformità delle membra: l’unico Pane significa i diversi ministeri e carismi nell’organismo ecclesiale, aiutando a vivere secondo la vocazione ricevuta, conservando l’unità dello Spirito. Rit.
2° Lett.: Il pane eucaristico è la forza dei deboli, il sostegno dei malati, il balsamo che risana i feriti, il viatico di chi parte da questo mondo. Rit.
1° Lett.: E’ il vigore dei fedeli che operano in ambienti e circostanze in cui la loro presenza è l’unica possibilità di annuncio del Vangelo. Rit.

Guida:
Ti rendiamo grazie, o Dio Padre nostro, per Cristo tuo Figlio, sommo sacerdote della Nuova Alleanza: Egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue per la salvezza di tutti, donandoci la sua vita. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.



II. EUCARISTIA ED ESPIAZIONE


Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,1-2)
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Per la riflessione personale
Poiché Gesù, come capo dei cristiani, si trova [nella santa Messa] immolato per noi, sono persuasa che siamo tenute ad assistervi come membra unite al loro Capo. Di conseguenza non solo dobbiamo avere l’intenzione di ascoltare la santa Messa, ma dobbiamo partecipare formalmente a ciò che fa Gesù, il Quale ci  immola con Lui. Dobbiamo quindi presentarci all’altare con Gesù e per mezzo Suo fare nostre le sue disposizioni.
Voglio dire che dobbiamo introdurci docilmente e semplicemente nei motivi della sua immolazione, nelle sue intenzioni, nei suoi progetti e negli effetti che questo Sacrificio deve produrre. Ascoltiamo i lamenti e i gemiti che Egli ha manifestato un giorno a una delle sue spose, che desiderava partecipare alle sofferenze intime che il Suo Cuore amabilissimo ha provato durante l’agonia della Croce.
«Figlia mia  - le disse -  devi sapere che la mia più terribile sofferenza intima è stata causata dalla separazione delle membra del mio Corpo mistico, che sono i cristiani, dal mio Cuore. Tale sofferenza fu così forte che, senza un miracolo della mia onnipotenza, non avrei potuto sopportarla senza morire. Vedevo le anime che si erano staccate da me e quelle che se ne sarebbero staccate fino alla fine del mondo, e allora il mio Cuore, afflitto per l’amore con cui ama ogni anima, dovette sopportare la morte a motivo della violenta e terribile sofferenza causatagli da quel distacco».
Poi aggiunse: «Figlia mia, immagina di  vedere un giustiziato tirato da quattro cavalli che lo stiracchiano dai quattro lati, staccandogli le membra del corpo; ebbene, questa è una pallida ombra del mio dolore. Infatti, per quanto grandi siano i tormenti sofferti da chi è squartato in quel modo, questi sono infinitamente lontani dal martirio che soffrii e dalla terribile angoscia che provai nel vedere le anime da me separate. Non ci sono parole per esprimere un simile stato d’animo, proprio a causa dell’infinito e tenerissimo amore che porto ai miei eletti».

(M.MECTILDE DU SAINT SACREMENT, Il Vero spirito, 1980, pagg.39-41)

Per un impegno di vita
(lettura individuale)
* Far nascere dall’Eucaristia una rinnovata familiarità con Gesù; “appoggiare” la nostra vita, le nostre situazioni esistenziali, le nostre esigenze e i nostri progetti nel Pane di vita.
* Accogliere, rispettare, collaborare in una fattiva comunione con i diversi carismi e ministeri, con i fratelli e le sorelle con cui vivo, soffro e lavoro ogni giorno;
* Vivere la comunione dei santi, nella “riparazione vicaria” per il peccato nostro e dei fratelli che ha impedito alla Sposa di Cristo, la Chiesa, di risplendere in tutta la sua bellezza;
* Assumere l’impegno ecumenico nella preghiera, nel sacrificio come risposta alla intensa preghiera di Gesù: «siano una cosa sola!» e farci costruttori della civiltà dell’amore nei luoghi quotidiani della nostra esistenza.
Guida: Il nostro desiderio di carità, unità, condivisione, fondato sulla carità di Cristo Eucaristia si esprime ora nella comune preghiera:
Tutti: Signore Gesù, dall’alto della croce ci hai chiamati alla contemplazione del tuo amore e noi siamo venuti docili all’invito.
Lett.: Ma dinanzi a te, Eucaristia, come dimenticare i fratelli lontani e vicini che immersi nella prova e nel dolore a noi si rivolgono perché li aiutiamo con la nostra preghiera?
Tutti: A te presentiamo, Signore, la loro parola e la muta invocazione di aiuto per tutti i loro bisogni.
Lett.: Stai loro accanto e dona l’interiore certezza che l’amore non abbandona i figli nati dal dolore e dalla croce.
Tutti: Ti rivolgiamo questa preghiera nella fiducia che la tua e nostra Madre, saprà impetrare da te quanto oggi ti chiediamo.
Lett.: Ascolta ancora una domanda, Signore, come tutti ci unisce nel mondo il dolore e il bisogno, così ci fonda in fraternità un amore che cresca ininterrotto verso di te sino alla visione beata.

Canto: Cuore soave
Cuore soave, mite ed innocente,
ferito da una lancia che dà morte.
Tu, nostro re di pace, sei vittima per noi, per ogni guerra:
pietà di noi Signore!
Cuore soave, Cuore che perdona,
perdona ancora, noi ritorneremo.
Tu sciogli il nostro gelo,
e noi verremo a te con cuore nuovo:
Pietà di noi, Signore!



III. EUCARISTIA E SACERDOZIO


Dal vangelo secondo Giovanni (14,1-11)
In quel tempo Gesù disse: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse».


Per la riflessione personale
lI Vescovo è il buon pastore, come il sacerdote. E’ dunque padre del suo popolo nel segno di Cristo pastore, e anche icona vivente del Padre di Gesù. Questo vale anche per il presbitero.
Al Vescovo e al presbitero gli uomini domandano come hanno domandato a Gesù: «Mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). Questa domanda viene posta da tutti preti e i fedeli al Vescovo, dai fedeli al prete. Ostende nobis Patrem, et nos sufficit.
Basta che ci mostri che tu sei il Padre. Non un artista, non un professore, un tecnico, ma il Padre. Nella parrocchia non c’è bisogno di un tecnico o di un artista, c’è bisogno di un padre.
Ai fedeli il pastore deve rispondere con timore e tremore, ma anche tanta fede, quello che Gesù ha risposto a Filippo: «Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse» (Gv 14,9-11).
Allora io devo poter dire: chi mi vede, vede il Padre. La paternità del Vescovo, come quella del presbitero, nella quotidianità del suo stile di vita, nelle sue parole e nei suoi gesti, deve essere la rivelazione dell’amore del Padre celeste che Gesù ha reso accessibile e ha voluto offrire per mezzo dei suoi discepoli a ogni creatura.
Perché questo avvenga, il ministro ordinato deve riconoscere e far riconoscere sempre la sua vera ricchezza e la sua vera povertà. Se Dio è la sua ricchezza, nessun bene di questo mondo deve inframmezzarsi a oscurare questo tesoro, sia pur portato in vasi di argilla.
La povertà, poi, è lo stile di vita di chi vuole essere ricco solo in Dio. Il buon pastore è povero di tutto, per essere trasparenza della perla preziosa, del tesoro nascosto che vale più di tutto e che va amato al di sopra di tutto. Ed è in questa povertà che il Vescovo, come il presbitero, si offre come vero padre, totalmente donato al suo popolo, disponibile in tutto, per tutti, fino al sacrificio della stessa vita, in una radicalità che può perfino spaventare.

[F.X.N.VAN THUAN, Scoprite la gioia della speranza, Logo Press, Roma 2002, pagg. 47-49]

Preghiera per i sacerdoti
(Insieme)
Ci rivolgiamo a te, Signore Gesù,
presente nel SS. Sacramento dell’altare,
e ti ringraziamo per aver scelto i presbiteri
ad essere associati in modo tutto speciale
al tuo sacerdozio,
segnandoli con un carattere indelebile,
che rende ciascuno di loro idoneo
ad offrire il tuo proprio sacrificio,
ad essere ministri del tuo perdono,
a partecipare alla tua missione evangelizzatrice
e a servire il popolo della nuova alleanza.
Ora ti preghiamo per i nostri presbiteri!
Fa’ che ognuno ritrovi nel proprio cuore
e confermi nella vita l’autentico significato
della vocazione sacerdotale,
affinché si consolidi nella fedeltà a questo santo dono.
Manda, o Signore, il tuo Spirito
e rinnova la faccia della terra sacerdotale,
che tu hai reso fertile con il sacrificio
del tuo Corpo e del suo Sangue. Amen

[Da una preghiera di Giovanni Paolo II]


Canto: O luce radiosa
O Luce radiosa, eterno splendore del Padre,
Cristo Signore immortale!
Sei tu che rischiari! Sei tu che riscaldi!
O Luce radiosa...
Sei tu che purifichi! Sei tu che consoli!
O Luce radiosa...
Sei tu che dai vita! Sei tu che risusciti!
O Luce radiosa...



IV. EUCARISTIA E CARITA'

Dal vangelo secondo Giovanni (15,9-13)
In quel tempo Gesù disse: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».


Per la riflessione personale
Dobbiamo fare una valutazione della nostra carità.
Prima di tutto pensate alla carità gomito a gomito. Le prime persone che devono entrare nella nostra adorazione sono quelle che vivono gomito a gomito accanto a noi, i nostri intimi e, se siamo in una comunità, quelli che ci pestano i piedi dal mattino alla sera: sono questi il prossimo che è veramente prossimo.
Poi c’è la carità delle responsabilità dirette, cioè i bisogni di quelle persone verso cui abbiamo degli obblighi. Queste persone devono essere raggiunte dalla carità.
Quindi c’è l’obbligo, nella preghiera, della carità per le nostre responsabilità indirette, cioè i bisogni di tutto il mondo. Diciamo: responsabilità indirette, con questo non vogliamo dire che la responsabilità sia minore!
Io sono responsabile di quel che capita nel mondo. Nella preghiera, io devo interessarmi di tutti i bisogni del mondo, devo aprirmi a tutti i bisogni del mondo. Se mi chiudo, non sono cristiano, non sono nella linea di Cristo.
Naturalmente non posso avere una fantasia che galoppa dappertutto. Qualche volta la nostra preghiera potrebbe essere così: “Signore, io mi metto qui per tutti i fratelli, per tutto il mondo, per tutti i bisogni della terra”.
E’ per questo che la più bella preghiera è l’Eucaristia, perché l’Eucaristia abbraccia tutto il mondo.
L’Eucaristia abbraccia tutto, perché è la preghiera di Cristo. Allora deve diventare la nostra passione, perché è l’atto di carità che raggiunge tutti. Abbiamo solo da andare dietro a Cristo, lasciarci prendere da lui, immergerci in lui.
Perciò la preghiera più completa per la nostra adorazione eucaristica potrebbe essere questa:
«Per Cristo, per lui, per quel che fa lui, per quel che raggiunge lui in cielo e in terra, con Cristo, legato a lui, unito stretto, aggrappato a lui, in Cristo, sprofondato in lui, immerso in lui, a te, o Padre, ogni onore e gloria!.
Voglio amarti, o Padre, con tutte le mie forze, per questo mi immergo in Gesù, lascio fare a lui, voglio che il mio nulla si perda in lui!».

[A.GASPARINO, Il dramma eucaristico, Ed.Cantagalli, Siena 1993, pagg.130-131]


Invocazioni
Guida: Al Signore Gesù Cristo, che si è fatto pellegrino sulle nostre strade perché lo potessimo incontrare, eleviamo la nostra supplica:
Signore, vita e salvezza nostra, ascoltaci!
- Per la Chiesa, perché sorretta dallo Spirito Santo, sia santa e immacolata, attiri tutti gli uomini a Cristo Redentore, e sia sempre più sacramento di salvezza. Preghiamo
- Per i vescovi e i sacerdoti, perché lo Spirito Santo animi la loro azione al servizio della Chiesa. Preghiamo
- Per la pace nel mondo: perché tutti gli uomini possano vivere in serenità e concordia come fratelli. Preghiamo.
- Per coloro che vivono il dono del matrimonio: perché siano fedeli per sempre alla vita familiare e formino con i loro figli una piccola chiesa domestica. Preghiamo.
- Per noi tutti qui raccolti: perché uniti in un cuor solo e in un’anima sola dall’ascolto della Parola di Dio e dall’Eucaristia edifichiamo con maggior impegno la Chiesa di Cristo. Preghiamo.

Padre nostro

Guida:
Accogli, o Signore, le nostre suppliche: noi le presentiamo a te nella fiduciosa speranza di essere da te esauditi. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Reposizione dell’Eucaristia

Antifona mariana per la vita del mondo. Amen.