Esposizione del SS. Sacramento


L’assemblea si alterna, con il canto, alla lettrice:
Rit. Davanti al Re, ci inchiniamo insieme
per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo insieme
canti di gloria al nostro Re dei re.
Lett.: Ti adoro, Verbo divino annientato,
che hai assunto, con l'Incarnazione,
la condizione di peccatore,
immolato nell’amore e nella giustizia
alla santità divina.
Ti adoro presente sotto le specie eucaristiche,
o Vittima che espii i peccati del mondo,
restituendo a Dio, il Padre tuo,
la gloria che il peccato incessantemente gli sottrae.

Davanti al Re…

Lett.: Ti adoro, Gesù, Amore, presente fra noi,
nell’atto in cui porti a compimento la tua offerta sull’altare
in sacrificio di eterno, soave profumo
alle tre divine Persone della Santissima Trinità.
Tu sei l’Agnello immolato dall’origine del mondo
e ti sei liberamente sacrificato
sotto le specie del pane e del vino
per entrare in me
e fare di me una stessa ostia con te.

Davanti al Re…

O Gesù, in unione a tutto ciò
che in questa preziosa Ostia sei per il Padre tuo,
per la Chiesa e per me,
mi restituisco a te,
per essere resa uno stesso sacrificio
d’amore e di giustizia alla santità di Dio.
Amen.

(Madre Mectilde de Bar)


Guida:
La nostra preghiera ai piedi di Gesù Eucaristia sarà guidata da alcune espressioni della preghiera sacerdotale di Gesù riportata nel Vangelo di Giovanni. La realtà del sacerdozio appartiene a tutti i battezzati: se solo alcuni hanno ricevuto il dono del sacerdozio ministeriale, tutti siamo sacerdoti in virtù del nostro battesimo.
Per questo anche noi possiamo riflettere sulle parole che papa Benedetto XVI ha rivolto ai suoi sacerdoti in occasione della Messa crismale il 9 Aprile 2009, applicandole alla nostra vita.


Ascoltiamo la Parola di Dio
Dal Vangelo secondo Giovanni (17,15-23)
...Non chiedo che tu li tolga dal mondo,
ma che li custodisca dal maligno.
Essi non sono del mondo, come io
non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
Come tu mi hai mandato nel mondo,
anch’io li ho mandati nel mondo;
per loro io consacro me stesso,
perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa.
Come tu, Padre, sei in me e io in te,
siano anch’essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro,
perché siano come noi una cosa sola.
Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
e il mondo sappia che tu mi hai mandato
e li hai amati come hai amato me.

(breve pausa)


I. CONSACRATI NELLA VERITÀ

Lett.: Non chiedo che tu li tolga dal mondo,
ma che li custodisca dal maligno.
Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità.


Nel silenzio rifletto e prego...
Consacrare qualcosa o qualcuno significa quindi dare la cosa o la persona in proprietà a Dio, toglierla dall’ambito di ciò che è nostro e immetterla nell’atmosfera sua, così che non appartenga più alle cose nostre, ma sia totalmente di Dio. Consacrazione è dunque un togliere dal mondo e un consegnare al Dio vivente. La cosa o la persona non appartiene più a noi, e neppure più a se stessa, ma viene immersa in Dio. Un tale privarsi di una cosa per consegnarla a Dio, lo chiamiamo poi anche sacrificio: questo non sarà più proprietà mia, ma proprietà di Lui” (Benedetto XVI, Omelia della messa crismale, 9 aprile 2009).
“Sono con te, Signore! Questo è l'inizio della mia avventura: mi sono buttato”, lasciando la terra che conoscevo per incamminarmi per strade che non conosco, perché tu sei la via... Adorare è essere in comunione con te...è rompere col passato e abbandonarmi al tuo amore. Lasciarsi guardare da te, Signore, è prendere consapevolezza della rottura che avviene nella mia vita...è ricominciare sempre da capo. Il tuo sguardo mi spinge a non possedere, ma ad accogliere, a non dire, ma ad ascoltare...a seguire la tua strada...ad appartenerti totalmente.
Il tuo sguardo, Gesù, mi insegna a non trattenere nulla per me perché tutte le volte che questo succede finisco sempre in una strada senza uscita. Guardandoti ora, mi rendo conto che devo spogliarmi di tutto quello che mi impedisce di venire con te.
Troppe volte ci troviamo impreparati ai tuoi appuntamenti, non siamo capaci di togliere ciò che ci impedisce di ricevere: riempiamo i nostri spazi, impiastricciamo la nostra fede con 'vernici' che non lasciano passare la tua luce...
Sì, Gesù, lasciarti il posto è la vera adorazione che desideri da me, la vera umiltà che chiedi al mio cuore, la vera povertà che imponi alla mia vita...
(cf. L. Oropallo, Davanti al Signore, pp. 27-29, passim)


Nel silenzio, prego con S. Agostino:
“Signore Gesù, conoscermi, conoscerti,
non desiderare che te. Odiarmi e amarti;
agire solo per amore tuo,
diminuire perché tu cresca!
Non pensare che a te,
morire a me stesso per vivere in te.
Qualunque cosa accada, riceverla da te,
rinunciare a me per seguirti
e desiderare di seguirti sempre.
Fuggirmi, rifugiarmi in te,
per essere da te difeso.
Temere per me e temerti,
per avere posto tra i tuoi eletti.
Diffidare di me, fidarmi solo di te,
voler obbedire per te;
non attaccarmi che a te,
essere povero per amore tuo.
Guardami e ti amerò;
chiamami perché ti veda
e di te goda eternamente. Amen.
(S. Agostino)


Preghiera
(Una lettrice si alterna all'assemblea)
L.: Eccomi davanti a questo mistero d’Amore: Gesù-Eucaristia. Essere qui è prendere coscienza di essere amati da te, Dio, è scoprire come tu sei nella mia vita, e come l’unica cosa che posso fare è quella di abbandonarmi a te.
Ass.: Mi abbandono a te, mi consegno all’onnipotenza del tuo amore che salva.
L.: Adorare è abbandonarsi a Dio, fra le sue braccia spalancate, rifugiarsi all’ombra delle sue ali. Spesso non so adorare perché penso di essere io a dare qualcosa a Lui, invece è vero il contrario.
Ass.: Mi rifugio all'ombra delle tue ali, tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni.
L.: Stare davanti a Te è accogliere Te come amore della mia stessa vita. L’ Eucaristia è la rivelazione dell’amore di Dio. L’amore si dona invitando a guardare. L’adorazione è l’amore che si lascia guardare.
Ass.: Io ti adoro, Signore Gesù, amore continuamente donato. Io ti lodo e ti ringrazio facendomi voce di ogni tua creatura.
L.: Adorare è ricevere da parte di Gesù la sua dichiarazione d'amore: "Io ti amo, tu sei importante per me". Adorare è conoscere il Dio di Gesù Cristo, per sentirci amati come poveri e per amare con la tenerezza e la delicatezza di Cristo.
Ass.: Io ti amo Signore, ma aiutami ad amarti e ad amare di più! Vivi in me! Adora in me! Ama in me!

Canto: Eccomi


II. LA TUA PAROLA È VERITÀ

Dall'omelia di Papa Benedetto XVI alla Messa Crismale 2009:
“I discepoli vengono quindi tirati nell’intimo di Dio mediante l’essere immersi nella Parola di Dio. La Parola di Dio è, per così dire, il lavacro che li purifica, il potere creatore che li trasforma nell’essere di Dio. E allora, come stanno le cose nella nostra vita? Siamo veramente pervasi dalla Parola di Dio? È vero che essa è il nutrimento di cui viviamo, più di quanto non lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo davvero? La amiamo? Ci occupiamo interiormente di questa Parola al punto che essa realmente dà un’impronta alla nostra vita e forma il nostro pensiero? O non è piuttosto che il nostro pensiero sempre di nuovo si modella con tutto ciò che si dice e che si fa? Non sono forse assai spesso le opinioni predominanti i criteri secondo cui ci misuriamo? Non rimaniamo forse, in fin dei conti, nella superficialità di tutto ciò che, di solito, s’impone all’uomo di oggi? Ci lasciamo veramente purificare nel nostro intimo dalla parola di Dio? Nietzsche ha dileggiato l’umiltà e l’obbedienza come virtù servili, mediante le quali gli uomini sarebbero stati repressi. Ha messo al loro posto la fierezza e la libertà assoluta dell’uomo. Orbene, esistono caricature di un’umiltà sbagliata e di una sottomissione sbagliata, che non vogliamo imitare. Ma esiste anche la superbia distruttiva e la presunzione, che disgrègano ogni comunità e finiscono nella violenza. Sappiamo noi imparare da Cristo la retta umiltà, che corrisponde alla verità del nostro essere, e quell’obbedienza, che si sottomette alla verità, alla volontà di Dio? “Consacrali nella verità; la tua Parola è verità”: questa parola … illumina la nostra vita e ci chiama a diventare sempre di nuovo discepoli di quella verità, che si dischiude nella parola di Dio” (Benedetto XVI, l.c.)


Invocazioni
NOI TI ADORIAMO!
- Signore Gesù, Parola eterna del Padre
- Signore Gesù, Parola che purifica
- Signore Gesù, mite e umile di cuore
- Signore Gesù, infinito e onnipotente, racchiuso in un frammento di pane
- Signore Gesù, obbediente fino alla morte
- Signore Gesù, via, verità e vita


Nel silenzio rifletto e prego...


Da L’imitazione di Cristo
Darò ascolto a quello che stia per dire dentro di me il Signore” (Sal 84, 9).
Beata l’anima che ascolta il Signore che le parla dentro, e accoglie dalla sua bocca la parola di consolazione. Beate le orecchie che colgono la preziosa e discreta voce di Dio, e non tengono alcun conto dei discorsi di questo mondo. Veramente beate le orecchie che danno retta, non alla voce che risuona dal di fuori, ma alla verità, che ammaestra dal di dentro. Beati gli occhi che, chiusi alle cose esteriori, sono attenti alle interiori. Beati coloro che sanno penetrare ciò che è interiore e si preoccupano di prepararsi sempre più, con sforzo quotidiano, a comprendere le cose arcane del cielo. Beati coloro che bramano di dedicarsi a Dio, sciogliendosi da ogni impaccio temporale.
Comprendi tutto ciò, anima mia, e chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo Signore. Questo dice il tuo diletto: “Io sono la tua salvezza” (Sal 34, 3), la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore? Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine.
Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3, 10). "Io sono il tuo servo; dammi luce per apprezzare quello che tu proclami” (Sal 118, 125). Disponi il mio cuore alle parole della tua bocca; il tuo dire discenda come rugiada. Dissero una volta a Mosè i figli di Israele: "Parlaci tu, e potremo ascoltarti; non ci parli il Signore, affinché non avvenga che ne moriamo” (Es 20, 19). Non così, la mia preghiera, o Signore. Piuttosto, con il profeta Samuele, in umiltà e pienezza di desiderio, io ti chiedo ardentemente: "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3, 10). Non mi parli Mosè o qualche altro profeta; parlami invece tu, Signore Dio, che ispiri e dai luce a tutti i profeti: tu solo, senza di loro, mi puoi ammaestrare pienamente; quelli, invece, senza di te, non gioverebbero a nulla. Possono, è vero, far risuonare parole, ma non danno lo spirito; parlano bene, ma, se tu non intervieni, non accendono il cuore; lasciano degli scritti, ma sei tu che ne mostri il significato; presentano i misteri, ma sei tu che sveli il senso di ciò che sta dietro al simbolo; emettono ordini, ma sei tu che aiuti ad eseguirli; indicano la strada, ma sei tu che aiuti a percorrerla. Essi operano solamente all'esterno, ma tu prepari ed illumini i cuori; essi irrigano superficialmente, ma tu rendi fecondi; essi fanno risuonare delle parole, ma sei tu che aggiungi all'ascolto il potere di comprendere.
Non mi parli dunque Mosè; parlami tu, Signore mio Dio, verità eterna, affinché, se ammonito solo esteriormente e privo di fuoco interiore, io non resti senza vita e non mi isterilisca; affinché non mi sia di condanna la parola udita non tradotta in pratica, conosciuta ma non amata, creduta ma non osservata.
Parla, dunque, o Signore, il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3, 10): "tu hai infatti parole di vita eterna” (Gv 6, 69). Parlami, affinché scenda un po' di consolazione all'anima mia, e tutta la mia vita sia purificata. E a te sia lode e onore perpetuo.


Preghiamo
(una lettrice si alterna all'assemblea)

L.: Quando mi è difficile discernere nella mia vita
Ass.: illuminami con la tua Parola.
Quando le parole del mondo mi attraggono e mi seducono
fa' trionfare in me la tua Parola.
Quando la mia fede è messa alla prova e vacilla
rendimi saldo con la tua Parola.
Quando la mia vita scivola nella mediocrità
scuotimi con la tua Parola.
Quando sono scoraggiato, deluso, stanco
consolami con la tua Parola.
Canto: O Parola possente del Padre
O Parola possente del Padre
per la quale ebbe inizio il creato,
fatta carne nel grembo di Maria,
sei per l’uomo l’unica fonte d’eterna salvezza.
Sei tu che apri le menti alla fede
ed infondi sapienza nei cuori
attuando il disegno del Padre.
Da te, Verbo vitale nutriti,
diveniamo conformi al modello
per il quale da sempre siam fatti.


III. SIANO IN NOI UNA COSA SOLA


Dal Vangelo secondo Giovanni:
Come tu, Padre, sei in me e io in te,
siano anch’essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro,
perché siano come noi una cosa sola.
Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
e il mondo sappia che tu mi hai mandato
e li hai amati come hai amato me.

Invocazioni alla SS. Eucaristia:
Sacramento di unità
noi ti adoriamo
Fonte e culmine della vita della Chiesa
noi ti adoriamo
Tesoro inestimabile offerto sino alla fine dei tempi
noi ti adoriamo
Nutrimento e forza nel pellegrinaggio della vita
noi ti adoriamo
Sostegno per i tuoi figli stanchi, affaticati e oppressi
noi ti adoriamo
Fonte della gioia e della pace
noi ti adoriamo
Presenza divina di amore e di consolazione
noi ti adoriamo
Fonte della comunione con te e con i fratelli
noi ti adoriamo


Nel silenzio rifletto e prego...

“Consacrali nella verità - ciò vuol dire, dunque, nel più profondo: rendili una cosa sola con me, Cristo. Lègali a me. Tirali dentro di me. E di fatto: esiste in ultima analisi solo un unico sacerdote della Nuova Alleanza, lo stesso Gesù Cristo. E il sacerdozio dei discepoli, pertanto, può essere solo partecipazione al sacerdozio di Gesù. […]
L’unirsi a Cristo suppone la rinuncia. Comporta che non vogliamo imporre la nostra strada e la nostra volontà; che non desideriamo diventare questo o quest’altro, ma ci abbandoniamo a lui, ovunque e in qualunque modo Egli voglia servirsi di noi. “Vivo, tuttavia non vivo più io, ma Cristo vive in me”, ha detto san Paolo a questo proposito (cfr Gal 2, 20). Nel "sì" dell'Ordinazione sacerdotale abbiamo fatto questa rinuncia fondamentale al voler essere autonomi, alla "autorealizzazione". Ma bisogna giorno per giorno adempiere questo grande "sì" nei molti piccoli "sì" e nelle piccole rinunce. Questo "sì" dei piccoli passi, che insieme costituiscono il grande "sì", potrà realizzarsi senza amarezza e senza autocommiserazione soltanto se Cristo è veramente il centro della nostra vita. Se entriamo in una vera familiarità con Lui. Allora, infatti, sperimentiamo in mezzo alle rinunce, che in un primo tempo possono causare dolore, la gioia crescente dell'amicizia con Lui, tutti i piccoli e a volte anche grandi segni del suo amore, che ci dona continuamente.
“Chi perde se stesso, si trova”. Se osiamo perdere noi stessi per il Signore, sperimentiamo quanto sia vera la sua parola.

(Benedetto XVI)


Prego nel silenzio con le parole di Giovanni Paolo II:
Signore Gesù!
Ci presentiamo davanti a te sapendo che ci chiami
e ci ami così come siamo.
Tu hai parole di vita eterna.
La tua presenza nell’Eucaristia è cominciata
con il sacrificio dell’ultima cena
e continua come comunione e donazione di tutto ciò che sei.
Aumenta la nostra fede.
Per mezzo di te e nello Spirito Santo
che ci comunichi, vogliamo arrivare fino al Padre
per dirgli il nostro “sì” unito al tuo.
Tu sei la nostra speranza, la nostra pace,
il nostro mediatore, fratello e amico.
Vogliamo avere i tuoi stessi sentimenti
e vedere le cose come le vedi tu.
Perché tu sei il centro, il principio e la fine di tutto.
Vogliamo amare come te, che dai la vita e comunichi te stesso
con tutto ciò che sei.
Vorremmo poter dire con san Paolo: “Per me vivere è Cristo”.
La nostra vita non ha senso senza te.
Vogliamo apprendere a stare con chi sappiamo che ci ama.
Credendo, sperando, amando,
ti adoriamo con atteggiamento semplice
di presenza, silenzio e attesa,
che vuole essere anche riparazione,
in risposta alle tue parole: “Restate qui e vegliate con me”.

(Giovanni Paolo II)



Preghiera per le vocazioni (insieme)
O Gesù, presente nel sacramento del tuo amore,
noi ti adoriamo ed eleviamo a te la nostra preghiera.
Abbi pietà del tuo popolo:
anche oggi molti nostri fratelli sono come pecore senza pastore;
la messe è molta ma gli operai sono pochi.
Ti supplichiamo: manda operai nella tua messe;
manda numerosi annunciatori del Vangelo di salvezza
e continuatori della tua opera.
Suscita nel cuore di tanti giovani il desiderio
di dedicare la loro vita unicamente a te e alla salvezza dei fratelli.
Fortifica la loro volontà,
perché non indietreggino davanti al sacrificio
e non si lascino vincere dalle tentazioni.
Rivela ai loro genitori quanto sia incomparabilmente bello
donare a te i loro figli.
Concedi agli educatori la saggezza necessaria
per coltivare nei loro cuori la pianta della vocazione. Amen.

Canto: Pane di vita
Pane di vita, tu sei, Signore,
pane del cielo che nutre il cammino;
noi che veniamo alla mensa del regno,
oggi con fede annunciamo il mistero.
Figli del giorno chiamati alla luce,
nel tuo splendore viviamo, Signore;
tu sei il sole che vince la notte,
tu sei la vita che vince la morte.
Popolo santo in cammino nel mondo,
tempio che accoglie la tua presenza
noi ti cantiamo la lode del cuore:
tu sei, Signore, la nostra speranza.


Guida:
Affidiamo al Signore tutti i Sacerdoti e preghiamo per loro, perché lo Spirito del Signore li illumini e li sostenga sempre.

(Insieme)
Signore Gesù, hai scelto i tuoi presbiteri
e li hai mandati a proclamare la tua parola
e ad agire nel tuo nome.
Per un così grande dono alla tua Chiesa,
ti lodiamo e ti rendiamo grazie.
Ti chiediamo di riempirli con il fuoco del tuo amore,
cosicché il loro ministero
riveli la tua presenza nella Chiesa.
Poiché sono vasi di argilla,
preghiamo perché il tuo potere operi  nella loro debolezza.
Non permettere che nelle loro afflizioni siano schiacciati,
nei dubbi si disperino, nella prova siano distrutti.
Nella preghiera ispirali affinché possano vivere ogni giorno
il mistero della tua morte e risurrezione.
Nel tempo della debolezza, invia loro il tuo Spirito
e aiutali a lodare il tuo Padre
e a pregare sempre per la conversione dei poveri peccatori.
Poni la Tua Parola sulle loro labbra
e il tuo amore nei loro cuori,
perché portino la buona novella al povero
e fascino i cuori spezzati.
Possa infine il dono di Maria, tua madre,
al discepolo che hai amato, essere il tuo dono a ogni prete.
Concedi che lei,
che ti ha formato alla sua immagine umana,
possa formarli alla tua immagine divina,
per la potenza del tuo Spirito, a gloria di Dio Padre.
Amen.


Reposizione del SS. Sacramento


Preghiera alla Vergine Maria,
MADRE DEL SACERDOTE
Raccolti attorno a te,
o Maria, Vergine immacolata,
con gioia ti proclamiamo
“Madre del Sacerdote”
e invochiamo il tuo aiuto.
Tu sei la Madre di Cristo,
unico ed eterno Sacerdote,
fonte e pienezza del sacerdozio
per tutto il popolo di Dio.
La tua maternità divina
ti ha chiamata, accanto alla croce,
ad unirti in maniera unica
all’offerta immacolata
che Cristo tuo figlio ha fatto al Padre.
In quell’ora suprema
Gesù ti ha affidato, nel discepolo Giovanni,
particolarmente i ministri sacri.
Per questo,
invocandoti come Madre del Sacerdote,
ti preghiamo di accogliere nel tuo cuore
e di proteggere tutti i ministri della Chiesa.
Mostrati madre a tutti i sacerdoti:
conferma nell’amore i ferventi,
consola coloro che sono nella tribolazione,
ridona il fervore a coloro che sono stanchi,
sii vicina a quelli che hanno il cuore ferito,
perché tutti rimangano o ritornino
al Cuore sacerdotale del tuo figlio.
Accompagna quelli che lasciano il ministero,
perché continuino a credere nel suo amore.
Tieni a te vicino
quelli che il Cuore sacerdotale di Cristo
ha chiamato e chiamerà
a far parte di questo piccolo gregge:
formali alle caratteristiche virtù sacerdotali
perché - sull’esempio di Giovanni -
possano vivere in profonda comunione
con Gesù e con te.
Intercedi, infine, o Madre di misericordia,
affinché tutti i sacerdoti,
sostenuti sino alla fine dal tuo aiuto,
cantino eternamente con te
l’inno di lode nella liturgia del cielo.
Amen.


Canto alla Vergine Maria