“Una voce che canta sola / intenerisce la casa o il bosco, / ma può farci sentire ancora più soli, / la voce di due che cantano può già comporre / una melodia da dissipare ogni solitudine, / ma solo la voce di molti, il grande coro, / riempie i cieli e fa palpitare le stelle: / Angeli e Serafini cantano sempre insieme, / i santi pregano e cantano insieme: / Signore, fa’ delle nostre stesse vite / un unico immenso coro di fratelli. Amen”: “. .. a tanto serve
Quando i cristiani spezzano l’unico pane che è il corpo di Cristo, diventano tutti insieme un unico corpo, cioè appunto il Corpo di Cristo (1 Cor. 10, 16s.). Questo è a tal punto vero, che l’intera etica all’interno della Chiesa deriva dal fatto che noi siamo l'uno per l'altro, perché membri dello stesso corpo e tralci della stessa vite.
Nell’Eucaristia, ‘Mensa dei Tre’ nell’evento pasquale, Dio stesso è l'archetipo della Chiesa, che è ‘piena della Trinità’, ‘pluralità di persone e proprio in questo modo Dio è la prima relazione dell’umanità ultima`: “La via verso l’altro passa attraverso Dio, se non c’ è questo tramite della nostra unità, noi restiamo eternamente separati l’uno dall’altro da abissi che neppure la buona volontà può superare” (J. Ratzinger).
A partire dalla Pentecoste, l’azione dolce, forte e deter-minante dello Spirito Santo nei nostri cuori, è la risposta piena e concreta alla ‘domanda fondamentale: Come possiamo giungere gli uni agli altri? Come è possibile che io rimanga me stesso, rispetti l’alterità dell’altro e tuttavia esca dalla gabbia della solitudine e incontri l’altro dal di dentro’ (J. Ratzinger). Ecco,
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