Gesù Ostia è il nostro Paradiso in terra.
Madre Caterina di Gesù Bambino
La vita
Madre Maria Caterina di Gesù Bambino (Luigia Maria Elisabetta Lavizzari) nasce a Vervio (SO) il 6 ottobre 1867. È' una bambina serena e vivace che cresce in una famiglia profondamente cristiana. Vive con intensità e gioia la sua fede, dedicandosi all'apostolato in parrocchia e alle opere di carità. Animata da un profondo amore per il Signore e attratta dalla presenza di Gesù nell'Eucaristia, entra nel 1889 tra le Benedettine dell'adorazione perpetua del SS. Sacramento del Monastero di Seregno (MI), dove il 21 novembre 1891 emette la sua professione monastica. Nel 1900 è eletta Priora della Comunità, di cui sarà madre e guida sino al 1931 e che nell'ottobre 1906 si trasferisce a Ronco di Ghiffa, sul Lago Maggiore, in Diocesi di Novara.
Dotata di un temperamento gioviale e aperto, di grande spirito di discernimento, di un vivo senso di maternità e di sano humour, consolida e dà forma alla Comunità monastica, tra le fatiche e le difficoltà degli inizi. A partire dal 1910 ridà vita a numerosi monasteri benedettini aggregandoli a quello di Ghiffa, spinta da un infaticabile slancio missionario e dal desiderio di creare nuovi centri di adorazione, dove la Regola di san Benedetto sia vissuta in prospettiva eucaristica, secondo il carisma di Madre Mectilde de Bar (1614-1698). Affronta per questo innumerevoli e faticosi viaggi, spingendosi sino all'allora lontana SiciliaL'intensità della sua vita spirituale segnata da un amore ardente per l'Eucaristia e la sua ricca e calda umanità valicano i confini della clausura e colpiscono profondamente coloro che bussano alla porta del monastero e sanno di trovare sempre in lei una consolatrice, una saggia consigliera e direttrice spirituale, una Madre tenera e forte insieme, una mano e un cuore sempre pronti a soccorrere necessità spirituali e materiali.
Alla sua morte, avvenuta il 25 dicembre 1931, sono circa 80 le monache che compongono la Comunità e che la piangono. A tutte lei dona la certezza di una vicinanza che supera i confini della morte, con le parole: "Sarò sempre la vostra madre".
Quanti l'hanno conosciuta o accostano oggi il suo messaggio e la sua testimonianza attraverso i numerosi scritti (lettere e “capitoli”, ossia esortazioni alla Comunità monastica), riconoscono in lei l'esempio trasparente di una vita interamente donata a Dio e ai fratelli, "bruciata" dalla carità, e un messaggio ancora eloquente ed attuale per ogni stato di vita: l'invito alle sue fìglie, ai Sacerdoti, ai laici a fare dell'Eucaristia il centro propulsore dell'esistenza e a perseguire la santità, definita da Papa Giovanni Paolo II la "misura alta della vita cristiana". Una "misura alta" da costruire pazientemente nelle "piccole cose" della vita quotidiana, rimanendo fedeli ai propri doveri compiuti per amore:
"La santità non è un mantello che si indossa, ma una stoffa che si tesse filo per filo, giorno per giorno", senza sognare condizioni ideali per realizzarla, ma rimanendo fedeli all'attimo presente, riconoscendo in esso, così come ci si presenta, la strada concreta per seguire il Signore.
Cammino costante, lavoro impegnativo ma compiuto nella gioia e soprattutto nella certezza che l'amore di Dio ci avvolge e ci accompagna.
“Vivere la missionarietà dell’Eucaristia nella vita di tutti i giorni, nella semplicità del lavoro quotidiano, nella fraternità dei rapporti, nella sincerità del nostro atteggiamento verso Dio, gli altri, noi stessi”.
È questa l’attualità disarmante della sua vita e del suo messaggio; questa la consegna che madre Caterina ci ha lasciato: camminare verso la santità: “Diventare Ostie pure, Santi viventi!”.
La fama di santità di cui gode già in vita e che cresce dopo la sua morte, è all'origine del processo di beatificazione che inizia con la ricognizione della salma, nell’ottobre 1956.
Postulatrice della Causa è la dottoressa Francesca Consolini.
Il decreto sull'eroicità delle virtù
Il Santo Padre, in data 2 giugno 2007, ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sull'eroicità delle virtù. Si tratta di una tappa importante nell'iter della Causa. Dopo un attento e minuzioso esame da parte dei Consultori Teologi sulla vita di madre Caterina, sui suoi scritti, sulle testimonianze raccolte, e la successiva ratifica da parte della Sessione ordinaria dei Vescovi e Cardinali presieduta dal Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, è stato riconosciuto che madre Caterina ha vissuto le virtù in modo eroico. Che cosa significa esattamente questa espressione, che sembra collocare ogni futuro santo in una dimensione inaccessibile? Al proposito, risultano particolarmente illuminanti le parole del Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, il Card. Josè Saraiva Martins:
“Eroicità e normalità sono – e dovrebbero essere per tutti – termini che non si escludono a vicenda. Non esiterei anzi a definire l’eroicità delle virtù come la perseveranza nel compimento dei propri doveri quotidiani. La santità si acquista nell’ambito della più stretta normalità, senza essere né considerarsi superiori agli altri, lasciando che Dio agisca in noi…i santi non si sono santificati con tale o tal altro atto eroico isolato, bensì per la fedeltà con cui hanno cercato di compiere ogni giorno la volontà di Dio nei piccoli doveri quotidiani” (Josè Saraiva Martins, Come si fa un santo, ed. Piemme, Casale Monferrato 2005, p. 26).
A Madre Caterina viene ora riservato il titolo di “Venerabile”.
La cripta del Monastero, dove riposano le sue spoglie mortali, traslate dal cimitero di Ghiffa già nel 1935, è visitata da numerose persone che si affidano alla sua intercessione. Molte sono le testimonianze di grazie ricevute che ci giungono.
La prossima tappa dell’iter verso la canonizzazione è la beatificazione, per la quale è necessario un miracolo.
La preghiera per ottenere grazie
Questo è il testo della preghiera che si può recitare per chiedere grazie per intercessione di madre Caterina.
(Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre)
Chi ricevesse particolari grazie o favori per intercessione di madre M. Caterina Lavizzari, è pregato vivamente di comunicarlo al Monastero.
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