Sul mio nulla si stabilisca il tuo regno, Signore.
Madre Thérèse Lamar de l'Incarnation
Madre Lamar può essere considerata la fondatrice dell’Istituto benedettino-mec-tildiano in Italia.
Fu lei, infatti, a trapiantare il carisma di madre Mectilde de Bar da Parigi a Seregno. Una vita breve, ma vissuta totalmente e con intensità: quando muore ha solo 35 anni.
La vita
Marie-Louise Lamar nasce a Osthousen, in Alsazia, da una famiglia dell’alta borghesia. Dopo gli studi presso il collegio del Sacro Cuore di St. Férreol, nel 1865 entra a far parte delle Canonichesse regolari di Notre Dame a Grand Champs, dove farà vestizione l’anno successivo assumendo il nome di suor Saint Bernard.
Nel settembre del 1875 lascia il suo Istituto ed entra presso il Monastero delle Benedettine dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento di rue Tournefort, a Parigi.
Con la vestizione, il 17 luglio 1876, assume il nome di suor Marie-Thérèse de l’Incarnation e l’anno successivo, il 29 settembre, emette la professione monastica.
Il 12 luglio 1878, spinta da un forte impulso interiore, lascia la comunità di Parigi e la Francia per portare altrove il seme dell’Istituto benedettino-mectildiano.
Inizia un lungo e sofferto peregrinare in Europa alla ricerca del luogo designatole da Dio: Bruxelles, Delle, Faverney, Sulmona, Ventimiglia, la Corsica, Strasburgo, Ginevra, Grénoble, Chambéry…
Il 22 novembre giunge a Milano e con altre due religiose, una delle quali è madre Maria della Croce (Amalia Frati), apre una piccola scuola presso la parrocchia della SS. Trinità.
Tra il maggio e l’agosto 1880 la piccola comunità, nell’impossibilità di avere una casa propria in Milano, viene indirizzata a Seregno. Madre Lamar si incontra con mons. Paolo Angelo Ballerini, che fornisce a lei e alla comunità nascente appoggio spirituale e finanziario. Il piccolo gruppo ottiene l’autorizzazione ad aprire un regolare Noviziato e si insedia in un’ampia casa fornita di giardino. Nel 1881 viene aperto un educandato per ragazze.
Il 21 giugno 1882, alle ore 21, madre Lamar muore di tubercolosi a Seregno, dopo aver solo intravisto il futuro sviluppo dell’opera da lei iniziata: la costruzione del nuovo Monastero e l’inizio di una regolare vita monastica.
La sua morte sembra coronare l’offerta da lei fatta prima di lasciare Parigi: “Sul mio nulla si stabilisca il tuo regno, Signore”. Come il seme evangelico gettato nella terra, marcisce, muore e scompare per portare frutto al punto che le sue spoglie mortali, sepolte a Seregno, nonostante le numerose ricerche, a tutt’oggi non sono state rinvenute.
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