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Tappe per il discernimento vocazionale
Quali sono, per una giovane in ricerca di Dio, le tappe di
un cammino di discernimento vocazionale
nel nostro monastero?
I. Vieni e vedi…
La prima cosa che una giovane in ricerca di Dio, orientata a conoscere più da vicino la nostra vita monastica è, semplicemente, presentarsi, senza paura di venire direttamente, di esporsi di persona, e misurare, così, il suo desiderio. Non bisogna avere paura di aprire il cuore!
Bussa, avvicinati, conoscici e fatti conoscere.
Si può passare, così, da un incontro informale e immediato, a una serie di colloqui successivi e più mirati con la Madre e la Sorella responsabile della formazione. Se, dopo alcuni incontri, l’interesse verso la nostra vita permane, diamo la possibilità alla ragazza in ricerca di essere accolta come ospite per alcuni giorni nella foresteria del monastero.
Il nostro monastero è dotato di un’ampia foresteria, aperta tutto l’anno, che rappresenta l’apostolato principale della comunità, il primo e più importante nostro lavoro, per esplicita intuizione e sensibilità della prima Priora di Ghiffa, madre M. Caterina Lavizzari, che ha desiderato, nel rispetto della vita claustrale, valorizzare l’accoglienza spirituale sia di singoli che di gruppi, e fare della foresteria il nostro primo polmone apostolico.
Se già, nel mondo benedettino, l’accoglienza degli ospiti è una missione, per la nostra comunità lo è in modo speciale, con uno stile di pace e di calore familiare che ci caratterizza.
L’attenzione alle persone, ai Sacerdoti che vengono per dei ritiri, o anche solo per riprendersi e riposarsi, alle famiglie che passano, soprattutto la domenica, ai gruppi dei fine settimana, sono la prima nostra attività connessa alla clausura.
Dunque, una giovane che viene a Ghiffa, anche solo pochi giorni, vive già in un mondo ‘abitato’, in un bel “ponte” aperto tra il mondo e il monastero, in uno spazio ampio, e può liberamente muoversi tra la preghiera liturgica e personale nella Cappella esterna al Coro, l’adorazione, la meditazione al parco, ecc.
Spesso accade che, a questi primi giorni di approccio, in genere fanno seguito ulteriori e successivi passaggi in foresteria, in cui si approfondisce la conoscenza reciproca e si pongono le condizioni per verificare in progressione la reale motivazione vocazionale della giovane.
Questa prima tappa del Vieni e vedi è dunque dilazionata nel tempo, e può durare, a seconda dei casi, anche qualche anno; in genere non meno di un anno.
Nel dialogo personale, sempre rivolto alla Vita, riferendoci alla esperienza e realtà concreta della persona della ragazza, ai suoi interessi, problemi e desideri, al suo vissuto familiare, di studio, lavoro, affetti, relazioni, i temi dei colloqui possono quindi volgere su:
Gesù
la Parola di Dio
la lectio divina
l’adorazione
la preghiera
la Regola Benedettina: che cos’è,
chi è san Benedetto, come ha vissuto, cosa propone…
I valori ed il significato
della vita monastica oggi.
Per potersi mettere più decisamente in gioco!
Quando si è già fatto un lavoro insieme, e il desiderio di avvicinamento da parte della ragazza cresce, allora gli incontri si incentrano maggiormente sulla Regola, sulla sostanza della vita monastica, sul nostro carisma eucaristico di riparazione: cosa significa, cosa comporta, ecc.
Tra domande e risposte passa tanta Vita, oltre che l’offerta di materiale e sussidi del monastero su cui meditare e verificarsi.
In sintesi, il Vieni e vedi si riassume nella:
Verso il termine di questa prima tappa, se la ragazza si sta orientando e il suo cammino progredisce nella speranza dell’ingresso, prima di effettuare il tempo di prova in clausura, si favorisce l’approccio graduale con la vita del noviziato, invitando la giovane a qualche momento di adorazione insieme, o lettura o ricreazione serale, o attività di lavoro e collaborazione con le novizie.
Importantissima, in questo percorso progressivo, alla luce della preghiera, la presenza attenta di un Sacerdote “(Direttore Spirituale) che accompagni con costanza la ragazza nel suo quotidiano contesto di vita, con il quale in genere ci mettiamo in contatto e confrontiamo, prima di offrire l’esperienza dentro il noviziato.
II. Esperienza in Noviziato
Compiuta la prima fase del percorso con buona speranza, ed approfondite insieme le motivazioni di un cammino di discernimento vocazionale con noi, si può decidere il passaggio all’esperienza in Noviziato, in cui la candidata condivide per un periodo la nostra vita in tutto, assieme alle novizie.
Questa seconda tappa del cammino può durare da un mese a 3 mesi.
È appunto auspicabile poter compiere almeno un mese di prova e di verifica all’interno della clausura, per una maggior chiarezza e sicurezza nel discernimento e nella scelta, da entrambe le parti.
Durante l’esperienza la giovane vive una vera e propria ‘immersione’ nella vita monastica, accompagnata costantemente dalla maestra e dalla vice-maestra, può effettuare un bel lavoro su di sé, in merito alla decisione da prendere.
Di tanto in tanto la Madre Priora riceve la giovane in discernimento per un colloquio personale, che in genere rinfranca e illumina questi giorni di esperienza in monastero.
La candidata partecipa all’Ufficio delle letture e alla giornata di preghiera della Comunità, vive e lavora in noviziato, all’orto o al parco, e in qualche laboratorio, partecipa ai momenti di formazione del noviziato e alla vita cenobitica, prende i pasti con tutte nel refettorio della clausura e viene inserita nei quotidiani turni di adorazione, partecipa alla ricreazione serale (ore 19 - 20,30) e riceve una celletta nel luogo dove dormono le novizie, condividendo orari e spazi claustrali.
Durante l’esperienza monastica si invita la giovane a non fare uso del cellulare, per misurarsi effettivamente nella realtà monastica, per mettersi veramente alla prova, davanti a Dio, cercando assolutamente Lui, senza facili ‘àncore’.
Viene valorizzato al massimo il dialogo personale sul perché di tanti usi e osservanze della nostra vita: per cui in questo tempo la maestra e/o la vice-maestra dedicano in genere un bel momento quotidiano a rispondere agli interrogativi concreti della giovane sulla nostra vita, su quel che vede e scorre davanti ai suoi occhi: è tutto un mondo da scoprire e comprendere, e dunque l’esperienza richiede apertura e umiltà da parte della ragazza, ma anche pazienza e sollecita disponibilità da parte nostra.
Come strumenti per la Lectio e la meditazione, oltre alla Bibbia, alla Regola benedettina e a un opportuno commento (in genere offriamo già in questa fase il commento alla Regola di Madre Canopi e quello di Padre Guillaume, che viene letto ogni giorno durante il pranzo in refettorio), vengono offerti alla giovane testi della nostra Madre Fondatrice e inerenti alla spiritualità del nostro Istituto, nonché la Vita di un santo/a, preferibilmente di un monaco/a, che aiuti e offra luce e spunti di vita per questa tappa del cammino.
Anche per l’adorazione diurna e/o notturna viene offerto alla ragazza qualche semplice sussidio. L’esperienza viva e costante, durante questo tempo di verifica all’interno della clausura, dell’adorazione personale, serale e notturna, oltre che pomeridiana, è di grandissimo aiuto nel discernimento.
Il percorso avanza così dentro la grazia e la realtà concreta della comunità: la giovane apre gli occhi sul reale, si misura attraverso il volto concreto di una comunità così com’è, cominciando a sfatare gli idealismi; già in questa fase, così, può comprendere molte cose, e abbandonare false idee sia sulla vita monastica sia sulla comunità, che su se stessa.
Qualunque sia l’esito di questa tappa, è fondamentale per la Vita.
Da questa esperienza sul campo, è certo che la ragazza esce cambiata, trasformata, e che da qui il suo sguardo sulle persone e sulle situazioni è come rinnovato.
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Dopo l'esperienza...
Terminata la prova, in genere si lascia del tempo di preghiera e di silenzio reciproco, circa un mesetto di tempo in cui volutamente non ci si sente, non ci si tiene in contatto, per lasciare agire veramente il Signore nel cuore: dopodiché la ragazza torna per un colloquio con la Madre e la Maestra di noviziato, per rielaborare l’esperienza, i pro e i contro di quanto si è vissuto, e tirare insieme ‘le somme’, in vista della decisione o meno, sempre con l’aiuto del Direttore spirituale, molto importante in questa fase di ‘sbocco’del discernimento vocazionale.
Sedimentata l’esperienza, si fa luce su quanto vissuto, e quindi sulla Vita che sta davanti, se sì o no… Questo momento di chiarezza è molto importante, e non va evitato per paura di scoprirsi quel che si è.
La vita monastica, già in questo primo “assaggio” esperienziale, ha infatti il dono e il prezzo di rivelarti quel che sei in verità, di aiutarti a scoprire te stessa, nel bene e nel male, davanti al Signore e agli altri.
Per questo può capitare che a questo punto della ricerca, la giovane faccia fatica a “rileggersi”, perché può essere anche doloroso… e non tornare sul cammino può sembrare più facile e comodo. Pena, però, il fermarsi e rimanere un po’ arenata, come in una situazione di stallo, senza la forza e il coraggio di avanzare, comunque sia!
Quello che a noi comunità, alla madre priora e a me formatrice in particolare interessa assicurare alla candidata (e in genere glielo ripeto lungo l’arco della prova in clausura) è l’assoluta libertà di scelta della stessa, il non condizionamento da parte nostra nei suoi riguardi.
Per questo è determinante qui il filtro del Direttore spirituale, per evitare ogni interesse o autoreferenzialità nostra, e permettere al Signore di agire veramente Lui!
Nella preghiera, si accompagna e si lascia libera la giovane di maturare la scelta nella gioia, e soprattutto, nella fede.
III. Aspirandato
Se la ragazza chiede di essere ammessa come aspirante, previa domanda scritta approvata dal Consiglio e sottoposta alla Comunità, si procede, in accordo con il Direttore spirituale, e dopo un incontro e il dialogo possibilmente sereno con la famiglia d’origine della candidata, a stabilire una data di ingresso in monastero.
Stabilita la data, in genere si lascia ancora un lasso di tempo opportuno, prima dell’ingresso, per la preparazione della documentazione richiesta, la cessazione del lavoro e il sereno distacco dal passato.
Il cammino monastico vero e proprio oggi ha inizio con un periodo di aspirandato (pre-postulato) di tre o più mesi, per favorire nella candidata il processo di sereno e graduale distacco dallo stile di vita fin qui assunto, ed immettersi in modo adeguato nel nuovo solco di vita, che implica un “salto” non scontato, che richiede:
fiduciaabbandono in Dioadesione semplice alla grazia che operadisponibilità ad inserirsi e ad adattarsi alla vita comunitaria
Il nostro santo Padre Benedetto al capitolo 58 della Regola, sull’accettazione dei fratelli nella famiglia monastica, chiede che il novizio cerchi veramente Dio (RB 58, 7).
I tempi graduali e lunghi del cammino di discernimento che proponiamo sono condizione e garanzia per comprendere fino in fondo, sia da parte di chi si presenta per iniziare il cammino, sia da parte della comunità, se c’è questa condizione necessaria e sufficiente per la vita in monastero:
la ricerca sincera, vera, del Signore
C’è tutto il tempo e la pazienza per capirlo.
Anche se il viaggio che dura tutta la vita comincia dal primo passo!
Ut in omnibus glorificetur Deus!
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