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II. Esperienza in Noviziato
Compiuta la prima fase del percorso con buona speranza, ed approfondite insieme le motivazioni di un cammino di discernimento vocazionale con noi, si può decidere il passaggio all’esperienza in Noviziato, in cui la candidata condivide per un periodo la nostra vita in tutto, assieme alle novizie.
Questa seconda tappa del cammino può durare da un mese a 3 mesi.
È appunto auspicabile poter compiere almeno un mese di prova e di verifica all’interno della clausura, per una maggior chiarezza e sicurezza nel discernimento e nella scelta, da entrambe le parti.
Durante l’esperienza la giovane vive una vera e propria ‘immersione’ nella vita monastica, accompagnata costantemente dalla maestra e dalla vice-maestra, può effettuare un bel lavoro su di sé, in merito alla decisione da prendere.
Di tanto in tanto la Madre Priora riceve la giovane in discernimento per un colloquio personale, che in genere rinfranca e illumina questi giorni di esperienza in monastero.
La candidata partecipa all’Ufficio delle letture e alla giornata di preghiera della Comunità, vive e lavora in noviziato, all’orto o al parco, e in qualche laboratorio, partecipa ai momenti di formazione del noviziato e alla vita cenobitica, prende i pasti con tutte nel refettorio della clausura e viene inserita nei quotidiani turni di adorazione, partecipa alla ricreazione serale (ore 19 - 20,30) e riceve una celletta nel luogo dove dormono le novizie, condividendo orari e spazi claustrali.
Durante l’esperienza monastica si invita la giovane a non fare uso del cellulare, per misurarsi effettivamente nella realtà monastica, per mettersi veramente alla prova, davanti a Dio, cercando assolutamente Lui, senza facili ‘àncore’.
Viene valorizzato al massimo il dialogo personale sul perché di tanti usi e osservanze della nostra vita: per cui in questo tempo la maestra e/o la vice-maestra dedicano in genere un bel momento quotidiano a rispondere agli interrogativi concreti della giovane sulla nostra vita, su quel che vede e scorre davanti ai suoi occhi: è tutto un mondo da scoprire e comprendere, e dunque l’esperienza richiede apertura e umiltà da parte della ragazza, ma anche pazienza e sollecita disponibilità da parte nostra.
Come strumenti per la Lectio e la meditazione, oltre alla Bibbia, alla Regola benedettina e a un opportuno commento (in genere offriamo già in questa fase il commento alla Regola di Madre Canopi e quello di Padre Guillaume, che viene letto ogni giorno durante il pranzo in refettorio), vengono offerti alla giovane testi della nostra Madre Fondatrice e inerenti alla spiritualità del nostro Istituto, nonché la Vita di un santo/a, preferibilmente di un monaco/a, che aiuti e offra luce e spunti di vita per questa tappa del cammino.
Anche per l’adorazione diurna e/o notturna viene offerto alla ragazza qualche semplice sussidio. L’esperienza viva e costante, durante questo tempo di verifica all’interno della clausura, dell’adorazione personale, serale e notturna, oltre che pomeridiana, è di grandissimo aiuto nel discernimento.
Il percorso avanza così dentro la grazia e la realtà concreta della comunità: la giovane apre gli occhi sul reale, si misura attraverso il volto concreto di una comunità così com’è, cominciando a sfatare gli idealismi; già in questa fase, così, può comprendere molte cose, e abbandonare false idee sia sulla vita monastica sia sulla comunità, che su se stessa.
Qualunque sia l’esito di questa tappa, è fondamentale per la Vita.
Da questa esperienza sul campo, è certo che la ragazza esce cambiata, trasformata, e che da qui il suo sguardo sulle persone e sulle situazioni è come rinnovato.
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Dopo l'esperienza...
Terminata la prova, in genere si lascia del tempo di preghiera e di silenzio reciproco, circa un mesetto di tempo in cui volutamente non ci si sente, non ci si tiene in contatto, per lasciare agire veramente il Signore nel cuore: dopodiché la ragazza torna per un colloquio con la Madre e la Maestra di noviziato, per rielaborare l’esperienza, i pro e i contro di quanto si è vissuto, e tirare insieme ‘le somme’, in vista della decisione o meno, sempre con l’aiuto del Direttore spirituale, molto importante in questa fase di ‘sbocco’del discernimento vocazionale.
Sedimentata l’esperienza, si fa luce su quanto vissuto, e quindi sulla Vita che sta davanti, se sì o no… Questo momento di chiarezza è molto importante, e non va evitato per paura di scoprirsi quel che si è.
La vita monastica, già in questo primo “assaggio” esperienziale, ha infatti il dono e il prezzo di rivelarti quel che sei in verità, di aiutarti a scoprire te stessa, nel bene e nel male, davanti al Signore e agli altri.
Per questo può capitare che a questo punto della ricerca, la giovane faccia fatica a “rileggersi”, perché può essere anche doloroso… e non tornare sul cammino può sembrare più facile e comodo. Pena, però, il fermarsi e rimanere un po’ arenata, come in una situazione di stallo, senza la forza e il coraggio di avanzare, comunque sia!
Quello che a noi comunità, alla madre priora e a me formatrice in particolare interessa assicurare alla candidata (e in genere glielo ripeto lungo l’arco della prova in clausura) è l’assoluta libertà di scelta della stessa, il non condizionamento da parte nostra nei suoi riguardi.
Per questo è determinante qui il filtro del Direttore spirituale, per evitare ogni interesse o autoreferenzialità nostra, e permettere al Signore di agire veramente Lui!
Nella preghiera, si accompagna e si lascia libera la giovane di maturare la scelta nella gioia, e soprattutto, nella fede.
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