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Deus absconditus,  anno 100,  n. 3,  Luglio-Settembre 2009, pp. 29-37

Sr. Marie-Cécile Minin osb ap
Lo schedario centrale degli scritti:
strumento indispensabile per scoprire
il patrimonio spirituale mectildiano



Nella Histoire de la Confédération des Bénédictines du Saint-Sacrement, suor Marie-Catherine Castel, monaca di Bayeux che fu a lungo archivista e segretaria, ha ritracciato le tappe e le ragioni che condussero, intorno al 1948, alla riscoperta degli Scritti di madre Mectilde: “Mantenere l’unità dell’Istituto […], lavorare [...] al mantenimento dell’unità dello spirito e all’unione dei monasteri” [1].

La promulgazione della Costituzione apostolica « Sponsa Christi » nel 1950, seguita dalla commemorazione del Tricentenario della fondazione dell’Istituto nel 1953 e infine la Prima Assemblea Confederale a Parigi nel 1957, dal 3 al 9 ottobre, aprono la via a un progetto di valorizzazione del patrimonio spirituale dell’Istituto.

Durante quell’Assemblea vede la luce, domenica 6 ottobre, il desiderio comune “di uno studio storico e dottrinale dell’opera di Madre Mectilde” e “i Monasteri […] sono stati invitati a inventariare i propri Archivi” [2].

Questa grande intuizione trova una conferma nel 1965 con il decreto Perfectae Caritatis che invita i religiosi a rivisitare le loro fonti per trarne un insegnamento per l’oggi, in vista del rinnovamento adattato della vita religiosa che, si legge in Perfectae Caritatis

 Comporta il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e alla primitiva ispirazione degli istituti e […] l’adattamento degli istituti stessi alle mutate condizioni dei tempi. […] Torna a vantaggio della Chiesa stessa che gli istituti abbiano una loro propria fisionomia ed una loro propria funzione. Perciò si conoscano e si osservino fedelmente lo spirito e le finalità proprie dei fondatori, come pure le sane tradizioni, poiché tutto ciò costituisce il patrimonio di ciascun istituto [3].

Tale è stato il lavoro compiuto grazie alla creazione di uno Schedario centrale degli Scritti che ha consentito di accedere ai testi-fonte.

La formazione del patrimonio spirituale mectildiano, il fondo degli Scritti attualmente disponibile, l’elaborazione dello Schedario centrale, il suo utilizzo per la pubblicazione degli Scritti, le iniziative in corso in diversi paesi, infine la nuova edizione italiana de Il Vero Spirito, sono i punti fondamentali che riprenderemo uno a uno.

I – La formazione del patrimonio spirituale mectildiano

La fedeltà al “patrimonio spirituale” [4] è stato ricordato nel 1994 nell’esortazione apostolica post sinodale Vita consecrata:

“Nella sequela di Cristo e nell'amore per la sua persona - si legge nel documento -  vi sono alcuni punti concernenti la crescita della santità nella vita consacrata, che meritano di essere messi oggi in speciale evidenza. Anzitutto è richiesta la fedeltà al carisma fondazionale e al conseguente patrimonio spirituale di ciascun Istituto”  [5].

Ma è vero che anche la fedeltà a raccogliere e a trasmettere questo patrimonio ha aperto la via a un autentico cammino di santità nella continuità e nell’innovazione.

A – La raccolta dei documenti

Se le lettere di madre Mectilde sono state copiate prima di essere inviate, non è avvenuto lo stesso per il suo insegnamento orale perché Madre Mectilde, possedendo benissimo il suo pensiero ed essendo dotata di grande facilità di espressione, parlava dell’abbondanza del cuore.  Il modo in cui le conferenze e i capitoli sono stati raccolti ci è riferito dai testi stessi. Così, all’inizio di una conferenza si può leggere: “poi [madre Mectilde] parlò a una parte della Comunità che era presente” [6]. E nella stessa conferenza una copista annota, a proposito di un passaggio: “ne ho già scritto qualcosa altrove, aggiungerò soltanto quello che un’altra ha riportato, abbiamo messo insieme il tutto”. Così, conversazioni familiari, conferenze o discorsi improvvisati sono stati colti “al volo” da “copiste volontarie o designate […] che trascrivono e che, eventualmente, fanno approvare il testo dall’autrice per garantirne l’autenticità e che infine lo trasmettono ad altre, le quali a loro volta li ricopiano o li archiviano tra i beni di famiglia” [7].

La più zelante delle copiste è senz’altro madre Monique des Anges de Beauvais (1653-1723) che fu segretaria particolare di madre Mectilde per molti anni. Madre Mectilde apprezzava molto la grande semplicità di madre Monique des Anges e la soprannominava “il mio angioletto”. Madre Monique des Anges fu una copista fedele che sottoponeva, per quanto possibile, il suo lavoro all’approvazione di madre Mectilde. Fu anche l’autrice del racconto della fondazione di Rouen di cui faceva parte. La narrazione, terminata nel 1686, fu approvata da madre Mectilde alla quale aveva comunicato il suo manoscritto.

Così, il manoscritto N 254 riporta a pagina 6 queste parole di madre Monique des Anges : “Avverto che tutte le lettere contenute in questo libro sono state tratte dagli originali di Nostra Madre”. La menzione del suo nome su parecchi manoscritti vergati dalla sua mano conferisce loro un alto grado di affidabilità e la certezza di essere in presenza di testi estremamente fedeli [8].

B – La trasmissione dei documenti

Altre monache hanno lavorato con scrupolosa fedeltà alla trasmissione dei documenti mectildiani, quali madre Marguerite de l’Escale [9] alla quale si deve il manoscritto N 248, che è una biografia di madre Mectilde.

Va menzionata anche madre Marie-Bénédicte du Saint-Sacrement de Béon de Lamezan, anch’ella segretaria particolare di madre Mectilde durante gli ultimi anni della sua vita e come tale, abituata a seguire il pensiero della madre, a riportarlo fedelmente e a scriverlo rapidamente [10].

Interessante risulta infine la compilazione dei testi pubblicati nel 1683 con il titolo Le Véritable esprit des Religieuses adoratrices perpétuelles du Très Saint-Sacrement de l’Autel. Si tratta di un assemblaggio di conferenze, lettere e scritti, non sempre di madre Mectilde, la cui curatrice sembra essere madre Marie de Jésus Petigot [11]. Questo opuscolo, autentico compendium del pensiero mectildiano, segna una pietra miliare nella storia dell’Istituto. Inoltre, ci trasmette alcuni testi sconosciuti rispetto ai manoscritti censiti.

II – Il fondo degli Scritti mectildiani

Il fondo degli Scritti è rubricato sotto due forme: le fonti formali da un lato e le fonti materiali dall’altro. É composto da più di tremila scritti.

A – Le fonti formali mectildiane

Per fonti formali intendiamo i manoscritti e le raccolte o libri che conservano gli scritti di o su madre Mectilde. La parte più cospicua del fondo è costituita da manoscritti. Ve ne sono più di duecento suddivisi tra i monasteri di Benedettine del SS. Sacramento, alcune abbazie, biblioteche municipali o nazionali, archivi dipartimentali o nazionali. L’esistenza di alcuni di essi, oggi dispersi o perduti, è ancora attestata nel XIX secolo o, fortunatamente, erano stati ricopiati[12]. Non è improbabile la scoperta di qualche manoscritto.

Alcune copie del XIX e XX secolo, quasi identiche tra loro, contengono scritti che non si trovano in alcun manoscritto antico conosciuto. É stato riconosciuto loro un sigillo di autenticità. Esistono anche quaderni che sono copie fatte nel XX secolo. L’archivio menziona inoltre le raccolte stampate [13].

B – Le fonti materiali mectildiane

Quanto alle fonti materiali, si tratta del patrimonio spirituale degli Scritti di madre Mectilde che possono essere classificati in quattro gruppi. In primo luogo, vi sono gli Scritti di carattere spirituale quali la corrispondenza, i capitoli e le conferenze, le conversazioni familiari, i biglietti personali indirizzati alle suore, gli atti, le elevazioni, le preghiere, le suppliche.

In secondo luogo, vi sono gli Scritti di carattere storico quali biografie o memorie.

In terzo luogo vi sono Scritti di carattere giuridico quali costituzioni, regolamenti, registri, atti notarili ecc…

Infine, vi sono documenti a carattere liturgico quali il Cerimoniale o il Proprio degli Uffici.

Solo i primi due gruppi di Scritti sono stati fatti oggetto di una recente edizione parziale [14].

La qualità di conservazione dei documenti è impressionante, se si conoscono le vicissitudini di certe comunità. Così, dopo il bombardamento del monastero il 31 agosto 1944 che costò la vita a 34 monache, 4 sacerdoti e un migliaio di civili rifugiati, le lettere autografe di madre Mectilde alla Comunità di Varsavia dal 1688 al 1697 furono ritrovate intatte tra le macerie[15]. In questo modo, si vede come l’assenza di una centralizzazione del patrimonio documentale mectildiano sia stata una vera garanzia della sua conservazione lungo i secoli.

A tre secoli di distanza non si può far altro che ringraziare le copiste del XVII secolo per il lavoro compiuto non senza fatica. Se avessero potuto scegliere tra la penna d’oca e le cartucce di inchiostro, la macchina da scrivere degli anni cinquanta o il computer del nuovo millennio, avrebbero certamente optato per quest’ultimo, preoccupandosi dell’efficienza. Ma cosa avrebbero trasmesso alle generazioni future? Soltanto chili di carte annerite con caratteri ben allineati ma senza vita, sprovviste di quelle molteplici sfumature della grafia che hanno suscitato l’ammirazione di coloro che sono state chiamate, nel XX secolo, a intraprendere la creazione di uno Schedario Centrale degli Scritti.

III – Lo Schedario Centrale degli Scritti

Il 15 gennaio 1959 viene inviata a tutti i monasteri una lettera della segreteria del monastero parigino di Rue Tournefort. Ne riportiamo alcuni estratti: “Il progetto proposto al momento della riunione della Confederazione, nel 1957, è stato avviato. In un silenzio laborioso, durante tutto l’anno scorso, il lavoro di censimento è stato effettuato al monastero di Bayeux. [….] Bisogna ora fare appello ai monasteri che possiedono dei dattiloscritti. […] Per facilitare il lavoro di collazionamento che dovrà seguire, chiediamo che ci si adegui bene nel riprodurre il più esattamente possibile il modello inviato” [16]. Vi si trovano poi tutte le indicazioni per iniziare il lavoro di dattilografia dei documenti inventariati.

A – L’elaborazione dello Schedario Centrale degli Scritti

In quello stesso anno, il 1959, viene costituita un’équipe internazionale di monache. É composta da suor Marie-Claire Grafeuille (+ 1975) di Parigi ; suor Marie-Joseph Max, attuale Priora del monastero di Peppange (Granducato del Lussemburgo) ; suor Marie-Catherine Castel di Bayeux ; suor Marie-Véronique Andral (+ 2001) di Mas-Grenier ; suor Maria-Maddalena Monticelli (+2004)  di Milano; suor Marie-Béatrice Juan (+2006) di Parigi; e da suor Jeanne d’Arc Lervack, di Dumfries, attualmente a Craon.

A partire dal 1960 e soprattutto nel 1964 questa équipe si riunisce regolarmente nel monastero parigino di rue Tournefort dove, all’epoca, sono conservati un gran numero di archivi. La dispersione non ha facilitato il lavoro. É stato necessario radunare, inventariare, classificare, trascrivere, comparare e discernere con giudizi sicuri.

Viene intrapreso con pazienza il lavoro di dattilografia dei testi, seguito dalla Sig.na Vieillard, ricercatrice presso il Centro nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS-France) [17].

Lo Schedario Centrale fornisce così una descrizione dei manoscritti (dimensione, numero di pagine, autore, monastero di provenienza) e del loro contenuto.

É stata stabilita una lista alfabetica degli incipit di tutti i testi censiti con le varianti principali tra le finali (excipit) del manoscritto di base utilizzato e di altri manoscritti. Diventa perciò facile ritrovare una scheda e utilizzarne i dati o eventualmente completarla. Inoltre, se venisse scoperto un manoscritto, il suo contenuto sarebbe facilmente integrabile allo Schedario Centrale.

Lo Schedario, conservato al monastero di Rouen, contiene la riproduzione dattilografata di tutti i testi recensiti, classificati in ordine alfabetico e dotati di un numero d’ordine. Il manoscritto utilizzato per la riproduzione è inoltre indicato (e sottolineato) sulla prima pagina dattiloscritta di ogni Scritto censito.

Grazie a questo lavoro di dissodamento iniziale, è stato possibile preparare i primi grandi lavori di pubblicazione.

B – La revisione dello Schedario Centrale degli Scritti

Con il lavoro di pubblicazione degli Scritti di madre Mectilde è stato necessario completare o correggere o anche integrare nuovi dati nello Schedario Centrale. Alcuni monasteri come Rumbeke in Belgio o i monasteri polacchi, infatti, non erano stati in grado di comunicare i loro manoscritti.

Di conseguenza, durante gli anni Novanta è stata intrapresa una revisione completa e sistematica dello Schedario. Ogni scheda è stata verificata e successivamente ricopiata dopo l’aggiornamento [18].  E per questo motivo che, su ogni scheda, in alto a sinistra, si può leggere “copié”.

Grazie alla revisione dello Schedario Centrale degli Scritti, i doppioni, ad esempio, sono stati soppressi o reintegrati negli excipit o finali di testi.

É certo, tuttavia, che durante la pubblicazione degli scritti, sarà sempre possibile incontrare inesattezze e quindi si renderà necessario aggiornare lo Schedario.

IV – L’utilizzo dello Schedario Centrale per la diffusione degli Scritti mectildiani

Si devono a suor Jeanne d’Arc Foucard e a suor Marie-Pascale Boudeville, archiviste del monastero di Rouen, le ricerche in vista delle prime grandi pubblicazioni di scritti mectildiani, all’inizio degli anni Settanta. L’essenziale di queste pubblicazioni è stato presentato da dom Joël Letellier nella miscellanea Une âme offerte à Dieu en saint Benoît; rimandiamo pertanto a tale opera [19].

Ci soffermeremo soltanto su alcune iniziative che hanno reso più accessibile il patrimonio spirituale mectildiano.

A – Le iniziative intraprese in Italia, Germania e Polonia

 É noto che la diffusione di un pensiero attraverso la prospettiva di una Rivista di spiritualità permette di raggiungere un raggio più ampio di persone. É la scelta fatta in Italia, grazie alle Riviste di Spiritualità Deus absconditus e Ora et Labora, che hanno consentito una più ampia diffusione del patrimonio spirituale mectildiano. A partire soprattutto dal 1998, anno della Commemorazione del terzo Centenario della morte di madre Mectilde, vede la luce una serie impressionante e ininterrotta di lavori con un’apertura su numerosi argomenti. Madre Mectilde in quanto tale comincia a suscitare un interesse che perdura ancora oggi. Alcuni autori partono alla scoperta della sua vita, della sua missione, di ciò che la Madre è stata come donna, cristiana, consacrata, maestra di vita spirituale, fondatrice, anima mariana, filosofa, psicologa, teologa, catechista. Tutti gli articoli formano una bel mosaico nel quale si disegna, poco a poco, una fisionomia di madre Mectilde ricca, attraente, penetrante, semplice e vera. Il ventaglio degli autori è molto ampio: vescovi, sacerdoti, monache, monaci, religiosi, laici, studiosi, oblati e oblate benedettini, provenienti dall’Italia e dall’Europa.

In Germania il monastero di Colonia ha creato nel 1995 la collana Recherchen che conta attualmente 25 volumi in lingua tedesca e un volume in lingua inglese su madre Mectilde o sulla spiritualità del XVII secolo. Il volume Recherchen VIII intitolato Bibliographia Mechtildiana pubblicato nel 1998 è stato oggetto di una riedizione nel 2001. Si tratta di un apprezzabile strumento di ricerca.

In Polonia, il monastero di Varsavia ha intrapreso un lavoro all’avanguardia aprendo l’accesso agli archivi dei monasteri polacchi via internet, grazie alla creazione del sito www.mectilde.info. Lo Schedario Centrale degli Scritti è scaricabile da questo sito, come pure alcuni documenti quali il Cerimoniale del 1669, il Regolamento degli Uffici, alcune riproduzioni di ritratti di madre Mectilde e soprattutto i testi manoscritti.

B – La nuova edizione in lingua italiana de Il Vero Spirito

La nuova edizione de Il Vero Spirito in italiano, pubblicata con il titolo Il segreto di Mectilde de Bar[20], merita anch’essa una particolare attenzione sia per il contenuto sia per la traduzione offerta, perché lo Schedario Centrale sta alla base di questa nuova edizione.

Grazie alle instancabili ricerche di madre Marie-Véronique Andral è stato possibile identificare la maggior parte dei testi-fonte dei capitoli de Il Vero Spirito che sono stati indicati all’inizio di ogni capitolo con il numero riportato nell’Archivio Centrale.

Inoltre, una delle particolarità della nuova edizione è il ricorso ai testi mectildiani per illuminare i passaggi difficili: madre Mectilde spiega madre Mectilde.

É stato anche possibile studiare tutte le varianti di un testo e valutare ciò che può essere stato modificato rispetto al significato originario [21].

Inoltre, in alcuni punti la traduzione non è stata condotta sul testo approvato e pubblicato mentre madre Mectilde era ancora in vita, ma sul testo-fonte preso in uno dei manoscritti inventariati [22].

Altra particolarità è stata l’aggiunta di alcune parole per facilitare la comprensione dell’insieme [23].

Infine, in parecchie note è stata riportata la parte del testo-fonte che non era stato tenuto presente nel corso della composizione, evitando così di dover cercare il testo [24].

L’utilizzo assennato lo Schedario Centrale ha così arricchito il patrimonio mectildiano di una nuova edizione de Il Vero Spirito che riveste un carattere unico.

 

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Al termine di questa breve retrospettiva, si vede nettamente come lo Schedario Centrale degli Scritti costituisce attualmente l’unica base di dati centralizzata, che consente di lavorare sul patrimonio spirituale di madre Mectilde e rimane uno strumento indispensabile per la scoperta o riscoperta di questo patrimonio.

Così, a 50 anni di distanza, l’intuizione profetica delle Reverende Madri Presidenti, madre Hermanna di Vinnenberg, madre Maria Teresa di Gesù di Milano, madre Elisabeth du Saint-Rédempteur di Parigi, madre Maria Celestina del Tabernacolo Eucaristico di Ghiffa e madre Marie de l’Immaculée-Conception di Driebergen [25], è diventata una realtà che ha consentito e ancora consente a numerose persone, di accostare madre Mectilde attraverso i suoi scritti, “che rinnovano molto positivamente il ritratto ufficiale di madre Mectilde e danno l’impressione della scoperta di un tesoro nascosto e di una fonte di vita come solo i santi hanno saputo far sgorgare nella Chiesa” [26].

Tutto questo rappresenta una bella testimonianza sul valore permanente del carisma proprio di colei che, lungi dall’essere “la grande signora in nero che parla sempre della morte”, rappresenta, al contrario, “una delle grandi figure religiose e mistiche del XVII secolo” [27] e un grande segno di speranza per il nostro tempo.



[1] Sœur Marie Catherine Castel, Histoire de la Confédération des Bénédictines du Saint-Sacrement, Bayeux, 1998, p. 3.

[2] Sœur Marie Catherine Castel, Histoire de la Confédération, o.c.,  pp. 32-33.

[3] Perfectae Caritatis, n. 2.

[4] Sul concetto di patrimonio spirituale si veda: Père Hugues Leroy o.s.b., Charisme fondateur ou patrimoine spirituel ? Les types de fondateurs in “Lien des moniales”, luglio 2008, n° 174.

[5] Vita consacrata, n. 36

[6] Conférence n° 2467 (CC 191/1).

[7] Dom Joël Letellier o.s.b., Comme un encens devant la face du Seigneur, in Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en Saint-Benoît XE "Benoît" , Miscellanea, Téqui, 1998, p. 22. La stessa tecnica è stata utilizzata sia dai parrocchiani per conservare i sermoni del santo Curato d’Ars che dai monaci di Maredsous per raccogliere le conferenze di dom Marmion. Madre Mectilde non fa quindi eccezione.

[8] Cf. Catherine de Bar, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Documents historiques, Rouen, 1973, p. 34. et Mère Mechtilde du Saint-Sacrement, Catherine de Bar, Entretiens familiers, Bayeux, 1985, p. 8. Citiamo, ad esempio, i manoscritti Cr C di Craon, E 73a della biblioteca municipale di Rouen, N 254 et N 261 di Bayeux, Z4 di Rumbeke. Questo manoscritto contiene, tra l’altro, la copia di una lettera del 5 febbraio 1683 scritta da madre Mectilde a una Carmelitana a proposito de Il Vero Spirito, di cui non si conosce altro esemplare.

[9] Cf. Il segreto di Mectilde de Bar, Il Vero Spirito delle Religiose Adoratrici del Santissimo Sacramento [1684-1689],  Introduzione, traduzione e note a cura di Annamaria Valli, Glossa 2009, p. XVI.

[10] Cf. Mère Mechtilde du Saint-Sacrement, Catherine de Bar, Entretiens familiers, Bayeux, 1985, p. 9.

[11] Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. XXXIII.

[12] Catherine de Bar, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Lettres inédites, Rouen, 1976, p. 392. Così, i manoscritti T5 e T8 sono testimoni di testi oggi perduti. Lo stesso vale per il manoscritto T 16, pure di Tourcoing, che è una copia moderna del manoscritto C 411 di Caen, oggi perduto.

[13] Per esempio, i manoscritti P 123 di Parigi, B 532 di Bayeux e Limon D de l’Abbazia di Limon. Cf. Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Catherine de Bar, Entretiens familiers, p. 10. Il Cr cah, ad esempio, è la copia fatta nel XX secolo dal monastero di Craon di un antico manoscritto attualmente custodito negli Archivi dell’Abbazia Saint-Pierre de Solesmes (ms Sol). Le raccolte Pe 13 e Pe 20 di Peppange (Granducato del Lussemburgo) sono stati stampati nel XIX secolo. Il Pe 20 è datato 1803 e contiene dieci scritti nel loro ordine di pubblicazione nel Véritable esprit.

[14] Cf. Catherine de Bar XE "Catherine de Bar" , Fondation de Rouen, Bénédictines du Saint-Sacrement, Rouen XE "Rouen" , 1977, p. 43 nota 31.

[15] Cf. Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en Saint-Benoît XE "Benoît" , Miscellanea, Téqui, 1998, p. 269. Si veda anche Catherine de Bar, En Pologne avec les Bénédictines de France, Téqui, 1984, pp. 392-405.

[16] Lettera della segreteria di Parigi, Monastero di rue Tournefort, 15 gennaio 1959. La lettera è pubblicata all’inizio dello Schedario Centrale degli Scritti, scaricabile dal sito www.mectilde.info.

[17] Dom Joël Letellier, Comme un encens devant la face du Seigneur,  o. c., p. 24.

[18] La versione aggiornata dello schedario è conservata al monastero di Rouen.

[19] Dom Joël Letellier, Comme un encens devant la face du Seigneur,  o. c., pp. 11-95.

[20] Cf. Il segreto di Mectilde de Bar, Il Vero Spirito delle Religiose Adoratrici del Santissimo Sacramento [1684-1689],  Introduzione, traduzione e note a cura di Annamaria Valli, Glossa 2009.

[21] É il caso, ad esempio, del cap. 15, v. 31. Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. 154, nota 9. Sulla genesi de Il vero Spirito, si vedano le pagine V-LX.

[22] É il caso, ad esempio, del cap. 4, v. 16 in cui viene indicato in nota l’inserimento e la traduzione finale del testo-fonte che non era stato tenuto presente al momento della composizione. Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. 51, nota 14. É anche il caso del v. 60 del medesimo capitolo, dove viene precisato che la traduzione si appoggia sul testo-fonte letto in alcuni manoscritti. Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. 63, nota 43. 

[23] Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. 114, nota 3.

[24] Cf. Il segreto di Mectilde de Bar o. c., p. 59 nota 32, p. 64 nota 52, p. 185 nota 13.

[25] Cf. Verbale della Prima Assemblea Confederale a Parigi nel 1957 in Sœur Marie Catherine Castel, Histoire de la Confédération., o. c., pp. 28-29.

[26] Catherine de Bar, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Documents historiques, Rouen, 1973, p. 34.

[27] Id. p. 30.