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Deus absconditus, anno 75, n. 1, Gennaio-Marzo 1984, pp. 23-27
 

  

Sr Marie-Véronique Andral osb ap
M. Mectilde de Bar, l’adorazione nel cuore

Nel 3° capitolo del «Vero Spirito» Madre Mectilde de Bar parla delle «Tre dimore di Dio»:

«La prima dimora è il Cielo, dove Dio abita; è il luogo dove con la sua presenza gloriosa sazia i Beati... La seconda dimora di Dio è la Chiesa dove Egli abita corporalmente nel SS. Sacramento dell’altare e dove dobbiamo andare ad adorarLo... Si può dire, Sorelle mie, che voi dimorate in questa seconda casa...È davvero una grande fortuna abitare con Dio, nella sua stessa casa! Se vi si chiedesse dove siete alloggiate, presso chi dimorate, rispondete: «Dimoro nella casa di Dio, alloggio con Dio, con Lui prendo cibo sono seduta alla sua mensa, vicino a Lui, e sono nutrita di Lui stesso» [1].

Non basta questo per ascendere alla prima dimora: il Cielo? No, perché:

«Purtroppo – scrive la madre – sia nella cristianità, come anche nei monasteri non tutti i cristiani e tutte le religiose raggiungono la santità. Infatti pur dimorando nella casa materiale di Dio continuano talvolta ad essere infedeli.. La nostra stessa esperienza ci insegna che anche noi pur trovandoci nel chiostro, che è la casa di Dio, non siamo perciò stesso perfette» [2].

Per andare in Cielo bisogna abitare nella terza dimora di Dio: «che è la Sua abitazione nelle nostre anime», ...

«che è il proprio intimo, dove Dio risiede veramente. Lì le tre Persone divine vi dimorano come nel proprio tempio; è lì che compiono le operazioni dell’amore divino; è lì che l’anima vi acquista quella rassomiglianza con Dio, perduta a causa del peccato... E proprio in questa dimora segreta che l’anima vi acquista una bellezza tutta divina, perché viene resa conforme a Dio per mezzo di Gesù Cristo... È in questa abitazione interiore che dobbiamo sforzarci di stabilire la nostra dimora»  [3].

Bisogna conoscere il «sentiero segreto» che conduce a questa dimora. È «segreto» perché nascosto nella fede. Non si tratta di fare sforzi con la mente per avere alti pensieri, né di immaginazioni, ma semplicemente e unicamente della fede e dell’amore. Questo sentiero è «stretto» perché dobbiamo spogliarci di tutto e anzitutto di noi stesse, come dal maggior ostacolo. La chiave di questo palazzo intimo è la «croce»: ci vuole coraggio, pazienza e fedeltà.

Scoprire questo santo tempio e abitarvi nell’adorazione è un lavoro di tutta la vita. E Madre Mectilde vuole che siamo «adoratrici perpetue» nel tempio del nostro cuore.

«La fede ci insegna che Dio è immenso, che riempie i cieli e la terra della sua maestà; egli è nelle anime in un modo particolare ed egli vi è impresso con un carattere indelebile. Dico di più: «vi risiede in verità...«. No, no, Sorelle, non è una fantasia del mio spirito, ma una verità di fede che deve farci camminare nel profonde rispetto e nell’adorazione di un Dio completamente presente in noi. Si, l’augusta Trinità vi risiede... Qual è la sua attività? Oh, sorelle mie, ciò è incomprensibile: egli opera nelle anime ciò che opera nell’eternità: il Padre genera il Figlio, e il Padre e il Figlio producono lo Spirito Santo. Tutta l’augusta Trinità vi forma Gesù Cristo. Vi chiedo se questa verità di fede – della presenza di Dio in noi – una volta ben radicata nell’anima – non sia un oggetto talmente affascinante da tenerci in un’ammirazione e contemplazione continua. O infinita felicita! Ma così poco conosciuta dalla maggior parte dei cristiani che ignorano il tesoro che possiedono e che è stato dato loro da Gesù Cristo nel battesimo!»  [4].

Questo tempio è stato consacrato col Battesimo.

Dice Madre Mectilde:

« II battesimo è una consacrazione delle nostre anime, fatta da Gesù Cristo alla SS. Trinità... La vostra anima è un tempio dedicato alla Tre Divine Persone e Gesù Cristo ne ha fatto la dedicazione, ungendola con l’unzione sacra della grazia battesimale...Dovete considerare la vostra anima come un tempio consacrato; e in questa prospettiva conservarla pura e nitida, poiché deve essere il tabernacolo della divinità. (L’anima) deve mantenersi in un raccoglimento continuo e in un’attenzione molto rispettosa della grandezza che contiene in sé... Considerate, dunque, la vostra anima come una cosa non soltanto sacra, ma consacrata: ossia che non vi appartiene più, ma è dedicata...Bisogna che Dio solo regni nel suo tempio e che quando servite le creature lo facciate per suo puro amore; bisogna che nel tempio della vostra anima offriate i sacrifici continui, le immolazioni, le vittime presentate a Dio in odore di soavità ».

«A questo deve servire la vostra anima e non essere una spelonca di ladri, come dice Nostro Signore nel Vangelo, né un luogo di traffico... per timore di obbligare la divina Maestà a prendere di nuovo i flagelli per scacciarli...Il Suo intento è stato quelle di consacrarvi totalmente alla gloria del Padre suo, di adottarvi per figlia, di associarvi (a Se stesso) per aver parte all’eredità eterna. In breve, di unirvi talmente a Sé, così che la vostra vita non sia che un proseguimento della Sua vita. Ecco le intenzioni di Gesù nel vostro battesimo»  [5].

In questo tempio nella Comunione eucaristica Gesù Cristo viene per celebrarvi il suo sacrificio. Ci sono delle pagine molto belle nel «Vero Spirito» a questo riguardo:

« Sarebbe desiderabile che ci fosse qualcuno, che volesse parlare dell’adorabile sacrificio che Gesù compie nell’anima al momento della S. Comunione»  [6].

«Sorelle mie, siamo di fronte al Mistero dei misteri. È per noi che Gesù Cristo entra nell’anima con la S. Comunione, pur senza aver bisogno di noi, per preparare la stanza o per aprire il Sancta Sanctorum dove si ritira. So che entrando nei nostri cuori, giunge nel benedetto santuario della parte più intima di noi stessi dove rinnova i suoi adorabili misteri, in modo particolare il suo sacrificio»  [7].

«Gesù abitando nell’anima cosa fa? Dove risiede? L’ho già detto: nel Sancta Sanctorum dell’anima, cioè nella sua parte più intima che serve da santuario per questo grande Sacerdote e di tempio per la celebrazione del tremendo sacrificio di se stesso al suo divin Padre; sacrificio che Gesù vuole rinnovare nell’intimo di quest’anima come in un tempio sacro, santificato nel battesimo. Oh, incredibile meraviglia! Gesù scende nei nostri cuori per celebrarvi la sua messa solenne, sia pure in un profondo silenzio. Tutto è tranquillo in questo tempio: gli angeli e i santi ammirano e adorano le umiliazioni di Gesù e l’Eterno Padre vi si compiace! Ma quale frutto ricava l’anima da questo sacrificio? Esso fa sì che sacrifichi anche se stessa. Infatti, essendo sostanzialmente unita a Gesù, non può esserGli separata, e quindi viene immolata con Lui e da Lui in questo tempio. Essa partecipa al suo sacrificio, cosa che può fare solo mediante la Comunione. Ecco, dunque, Sorelle mie, la trovata prodigiosa e meravigliosa ideata da Gesù per dare all’anima la possibilità di offrirsi per Lui all’Eterno Padre, in modo degno della Sua grandezza. In questo Mistero divino l’anima non è per nulla separata da Gesù Cristo. Poiché l’eterno Padre accoglie Cristo con infinita soddisfazione, si può affermare ch’egli accoglie pure l’anima unita a Lui, perché per mezzo del SS. Sacramento non c’è più separazione tra Gesù e l’anima stessa»  [8].

Ma la comunione sacramentale è finalizzata ad una comunione che duri tutta la vita. Gesù rimane presente e vivo nel nostro cuore anche se non ci sono più le specie sacramentali e vuole continuare la Sua vita in noi. Vuole che noi viviamo della «medesima vita di cui vive in Se stesso»: la sua vita di Figlio nella SS. Trinità, presente in noi, e la sua vita di Verbo incarnato, adoratore del Padre e salvatore degli uomini. Questo doppio motivo della sua incarnazione e della sua vita eucaristica è il doppio motivo della nostra vocazione adoratrice e riparatrice, per la sua gloria.

La Madre dice:

«(La vostra vocazione) vi consacrerà così perfettamente a Gesù nascosto nella divina Eucaristia, che sarete obbligate di essere rese una sola ostia con Lui alla gloria di Suo Padre. È per questa ineffabile unione che sarete rese capaci di riparare gli oltraggi e le empietà che riceve in questo augusto Mistero» [9].

La nostra adorazione perpetua di Gesù-Ostia è come un prolungamento del Sacrificio eucaristico per riversarne gli effetti su tutta la nostra vita.

Noi adoriamo in nome della Chiesa, dell’Istituto e della Comunità e questa adorazione è il segno e il mezzo della nostra adorazione perpetua del cuore. Non potremmo fare l’adorazione del cuore, senza questa presenza perpetua davanti all’Eucaristia, in cui noi ci offriamo a Gesù per ricevere il frutto della redenzione in nome di tutti i nostri fratelli, per offrirci con Gesù al Padre. È questo il miglior modo di riparare la sua gloria offesa nell’Eucaristia, dove è misconosciuto e mal ricevuto. Il suo desiderio è di essere accolto continuamente nel nostro cuore e nella nostra vita. Ecco l’adorazione e la riparazione eucaristica che dobbiamo fare in tutta la giornata, perché dobbiamo essere adoratrici non solo durante l’ora di adorazione, ma adoratrici perpetue.

«Non potete essere sempre presenti col corpo davanti al SS. Sacramento, ma potete esservi sempre presenti col cuore, e niente assolutamente può allontanarvene. Egli chiede questo alla vostra fedeltà».

«Lavorate giacché il Signore lo vuole: sta bene! E che tutta la Comunità possa sostentarsi per il vostro lavoro! Ma lavorate con spirito interiore e Dio sarà glorificato. Adempite i vostri doveri impostivi dall’obbedienza il meglio possibile, ma fate che il vostro spirito e il vostro cuore non cessino di essere sempre in adorazione. La vostra adorazione – lo sapete – deve essere perpetua, grazie ad una tendenza piena d’amore verso il SS. Sacramento... Per essere sempre in adorazione non è necessario dire a ogni istante «Mio Dio, ti adoro«: un solo atto basta. E fino a che voi non lo ritrattiate e non facciate niente contro quest’atto, siete in adorazione...Fate dunque un unico atto di adorazione... e impegnatevi perché esso sussista!» [10].

Tutta la nostra vita, e tutte le nostre azioni devono essere continuamente rinnovate in questo spirito di adorazione, per cui tutto in noi diventa adorazione, lode, riparazione, intercessione in unione al Verbo nella SS. Trinità e a Gesù Cristo nell’Eucaristia.

Viviamo con semplicità, nell’umile ubbidienza alla sua volontà, cercando di piacerGli in tutto, vivendo nella carità. Ma per vivere così bisogna essere sempre con Lui nel tempio del nostro cuore.

Maria Santissima è modello e guida per vivere questa vita. Ecco ciò che ha detto Madre Mectilde nella festa della Presentazione:

«Sorelle, voi siete già – come la SS.ma Vergine – nella casa del Signore; ora però dovete entrare nel tempio della vostra anima, che è stato consacrato alla Santità di Dio nel momento della sua creazione e poi dal battesimo. Tutti possono accedervi: si tratta solo di abbandonare ogni cosa esteriore ed entrare nel proprio interno. Entriamoci, Sorelle mie, ma con le quattro disposizioni della SS. ma Vergine:

- primo: con profonda umiltà e grande rispetto verso la Maestà di Dio; un rispetto che ci inabissa e ci annienta ;

- secondo: con un’adorazione perpetua verso la Grandezza e Santità infinita che risiede in noi;

- terzo: con un amore ardente e perfetto, e perseverante verso la sua bontà;

- quarto: con una sottomissione completa alla sua volontà divina»  [11].

Madre Mectilde ha detto un giorno a ricreazione:

«La grazia che maggiormente desidero e chiedo a Nostro Signore per le anime che mi ha affidato è che si applichino a vivere alla presenza di Dio con semplicità e non per dei ragionamenti, né per immaginazioni, ma per pura fede. Parecchie volte vi ho detto che la SS.ma Trinità abita in voi e vi opera attualmente ciò che opera nel Cielo: il Padre genera suo Figlio, e il Padre e il figlio producono lo Spirito Santo. All’inizio (della mia vita religiosa) il pensiero che Dio è presente in me mi faceva tale impressione e produceva tali effetti, che mi sentivo come trasportata fuori di me e credevo di salire fino alle nubi e di fare miracoli... » [12].

«Credetemi, lasciate tutte le creature e pure voi stesse, e dimorate in Dio (« ut dormiam et requiescam ») per dormire e riposare in Lui. Non è necessario cercarLo lontano per trovarlo, non avete che da rientrare in voi stesse perché Dio è nell’intimo della vostra anima. Lo troverete ad ogni istante, perché Egli vi dimora attualmente. Contemplatelo sempre per ascoltare il suo Spirito, per aderire a Lui, per volere tutto ciò che Lui vuole e per sottomettervi. Pregatelo di attirarvi completamente a Sé: «Trahe me post Te». Ci sono solo due cose da fare nella vita per appartenere a Dio: adorare e aderire sempre; dunque: adorare e aderire a tutto ciò che egli fa, che permette e vuole amandolo e volendolo, accettandolo con piacere, sottomettendosi ai suoi ordini... È così che voi dormirete e riposerete dolcemente in Dio, adorandolo e aderendo a Lui sempre» [13].

Adorare e aderire: queste due parole esprimono tutta la vita di M. Mectilde. È in tal modo che si è consumata in Dio. Trovandosi ella sul letto di morte e restando silenziosa, il padre confessore le disse: «Madre cosa state pensando?». Al che la Madre rispose: «Adoro e mi sottometto».

Madre Mectilde vuole che le sue Suore muoiano come perfette adoratrici, offrendo la loro morte come un perfetto sacrificio, per cui s’immergono completamente e per sempre in Dio.

Non è senza emozione che rileggiamo questo scritto di suo pugno (datato: a. 1698) in cui sembra commentare in anticipo le sue ultime parole:

«Credo che una religiosa adoratrice vorrà consumare volentieri la sua vita di adorazione santamente, sottomettendosi totalmente alla volontà di Dio desiderando ritornare in Dio suo centro, passando dalla vita alla morte, per non separarsene mai più: in questo consiste il perfetto sacrificio. A questo scopo quelle che assistono le moribonde reciteranno devotamente l’orazione del SS. Sacramento che è a nostro uso (ammenda onorabile) in spirito di riparazione per l’agonizzante, pregando Nostro Signore di farle la grazia di consumare degnamente il suo Sacrificio con una adorazione perfetta e eterna, che sarà il frutto di una santa morte»  [14].

Ecco come si compie la nostra Pasqua!

 

 [1] Il Vero Spirito – trad. ital., pp. 31-32.

 [2] Op. cit., p. 33.

 [3] Op. cit., pp. 34-35.

 [4] ms. Mg 6, p. 284.

 [5] N. 996. (Sapore di Dio, pp. 53-54.

 [6] Op. cit., p. 69.

 [7] Op. cit., p. 77.

 [8] Op. cit., pp. 80-81.

 [9] n. 2335

 [10] Ms cit.

 [11] ms Mg 11, P. 6.

 [12] E.F. Mg. p. 73.

 [13] ms. cit..

 [14] ms. Mg 11, p. 22.